Alessandro Draghi ricorda il giudice Falcone e avvisa che in un momento di difficoltà la mafia è ancora un pericolo
"Sacrificio deriva dalle parole latine "sacrum" "facere": compiere un atto sacro. Non c'è niente di più sacro che lottare per il bene contro il male: la memoria oggi si ferma a 28 anni fa, al momento della strage, causata da una enorme carica di tritolo, in cui fu trucidato il giudice Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e la sua scorta; due mesi dopo un'altra bomba ammazzerà il collega Paolo Borsellino sotto casa sua.
In quella tragica stagione - ricorda Alessandro Draghi capogruppo di Fratelli d'Italia - lo Stato e i suoi cittadini seppero tuttavia reagire e, passo dopo passo, la "cupola" mafiosa fu pezzo per pezzo smontata.
Per questo stamattina il capogruppo di Fratelli d'Italia ha appeso un mazzo di fiori al cartello che indica il Ponte Falcone (rampa di discesa del viadotto di Varlungo) alla cui iniziativa ha partecipato anche il vice presidente del consiglio comunale Emanuele Cocollini.
Ho avuto occasione - prosegue Draghi - di visionare la Fiat Croma sventrata che adesso è custodita nella scuola della Polizia Penitenziaria di Roma, le stele della Repubblica, il monumento a Giovanni Falcone e agli altri caduti che si staglia all'orizzonte quando si percorre l'autostrada A29 fra Trapani e Palermo. Quell'obelisco testimonia che lo Stato c'è e ci sarà sempre; invito ad andare in questa giornata a riflettere difronte alle targhe di tante strade e di tante scuole che le città italiane hanno dedicato al giudice antimafia.
E' grazie a persone indomite come i giudici Falcone e Borsellino che dell'abnegazione e del senso del dovere hanno fatto la ragione di vita ed essa l'hanno persa nel mentre del loro incommensurabile lavoro, se la criminalità organizzata ha perso terreno negli ultimi decenni.
Il momento attuale necessita maggior allerta - conclude Draghi - perché la crisi sanitaria che ha causato una dilagante crisi economica, anche a Firenze, può agevolare le organizzazioni malavitose nel rastrellare le attività in difficoltà e può spingere alcuni imprenditori in difficoltà nel baratro dell'usura; smettiamo di vedere le cosche mafiose come un fenomeno meridionale. Non trascuriamo questo aspetto. Non abbiamo Paura". (s.spa.)