L’appello di 70 parlamentari italiani. Donata Bianchi (PD): “L’Italia condanni l’annessione dei territori palestinesi, dichiarata dal governo israeliano”

70 deputati della maggioranza di governo hanno inviato una lettera al primo ministro Conte per chiedere di intervenire contro la decisione dell’attuale governo israeliano di procedere all’annessione e di altri territori palestinesi della Cisgiordania. Nella lettera – spiega la consigliera del Partito Democratico Donata Bianchi – i deputati ci ricordano che numerose sono state le reazioni negative contro questa decisione, dal segretario generale dell'Onu António Guterres all'Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell, dalla Lega Araba a diversi governi europei, compreso il nostro, attraverso il ministero degli Affari esteri. Tutti hanno ribadito due questioni fondamentali: che tale decisione è in aperta violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni delle Nazioni Unite e che essa, qualora realizzata, porrebbe una pietra tombale su ogni rilancio del processo di pace in Medio Oriente e sulla prospettiva di due popoli e due Stati che convivano in pace e sicurezza reciproca.

Il presidente del Consiglio italiano ha ascoltato questa richiesta e quella proveniente anche da un’ampia rete di associazioni italiane, inviando una lettera nella quale chiede il rispetto degli accordi internazionali e della logica due popoli due stati.

Da Macron a Johnson, altri diversi leader Ue hanno invitato il premier israeliano a non andare avanti con l'annessione di parte dei Territori occupati palestinesi, come previsto dal cosiddetto “Piano Trump” lanciato dal presidente americano alla fine di gennaio. Anche l'ex Presidente della Knesset Avraham Burg ha lanciato un appello ai parlamentari degli Stati europei, ribadendo che l'acquisizione di territori mediante l'uso della forza è esplicitamente vietata dal diritto internazionale.

E’ importante che anche Firenze, città di pace e di accoglienza si unisca a questo appello affinché due popoli possano trovare pace e soddisfazione alla propria aspirazione di avere uno stato. Il Consiglio comunale di Firenze votò mesi fa una risoluzione che esprimeva preoccupazione e contrarietà rispetto ai processi di annessione.

Ricordiamo spesso l’impegno umano, politico e spirituale di Giorgio La Pira, suo era il sogno di un Mediterraneo dal destino di pace, di una Terra Santa madre di tutti i negoziati – come scrisse su “Note di cultura” nel febbraio 1968 – per «superare con un atto di fede religioso e storico e, perciò, anche politico [...] tutte le divisioni che ancora tanto gravemente rompono l’unità della famiglia di Abramo». La Pira sostenne con entusiasmo il «ritorno di Israele», ma aveva ben presenti anche le esigenze della minoranza araba e la necessità di uno Stato palestinese, ed entrò in contatto con tutti, persino i gruppi dissidenti e gli «ebrei di fede cattolica che si trovavano in Israele».

La Pira – aggiunge la consigliera PD Donata Bianchi – si impegnò in ripetuti e determinati tentativi di cercare un riavvicinamento tra israeliani e palestinesi già a partire dalla metà degli anni ’50 e per i due decenni successivi. Ho ricordato l’azione dei nostri parlamentari, voglio ricordare anche l’azione dei cristiani, dei cattolici di terra santa e lo faccio con le parole del manifesto di Pax Christi “Kairos Palestina”.

La situazione nei territori palestinesi occupati è motivo di allarme. Violazioni del diritto internazionale legate all’occupazione militare israeliana avvengono sistematicamente e in una varietà di modi, tra cui frequenti punizioni collettive, confisca di terre, sfruttamento delle risorse idriche, demolizioni di case, restrizioni alla libertà di movimento e di merci, detenzioni amministrative e molestie, traumi psicologici e torture di detenuti e prigionieri palestinesi. La presenza dell’esercito di Israele, la creazione di insediamenti israeliani illegali e le barriere di separazione hanno creato un ambiente pericoloso e disumano per i Palestinesi, in cui i bambini e le donne sono particolarmente vulnerabili.

Come affermava Michel Sabbah, Patriarca latino Emerito di Gerusalemme ed ex-presidente di Pax Christi International: “Possiamo aiutare i leader e le persone a liberarsi dalla paura e dalla diffidenza e a raggiungere la pace così a lungo desiderata. L’inizio della libertà palestinese è anche l’inizio di una riconciliazione tra i due popoli, palestinese e israeliano”. (s.spa.)

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