“Oggi, a 15 anni dalla sua scomparsa, voglio ricordare Mario D’Agata, uno dei pugili italiani più forti che abbiamo avuto, sopratutto per il suo temperamento e la sua passione.
Nel 2023 – ricorda il consigliere delegato per la valorizzazione della fiorentinità Mirco Rufilli – abbiamo approvato la richiesta per una targa in suo ricordo, purtroppo l’amministrazione corre e, arrivati così velocemente alla fine, non siamo riusciti ad adempiere a questa volontà.
Spero in futuro ci sia l’occasione per ricordare com’è giusto che sia questo grandissimo sportivo.
Raccontare la storia di Mario D’Agata è importante per ricordare che le conquiste si possono ottenere con una grande forza di volontà.
Mario D’Agata, fiorentino d’adozione, sordo dalla nascita, dopo una lunga carriera dilettantistica decide di provare a passare professionista, ancora non ci sono i giochi paraolimpici e non è ancora costituita la federazione Sport Sordi Italia, insomma in quel momento c’è solo una categoria: i professionisti, e lui vuole combattere con loro.
D’Agata chiede la licenza, vuole dimostrare di essere capace di combattere a quel livello, ma la federazione rifiuta la sua richiesta con la risposta che “non avrebbe sentito il Gong”.
Ma Mario per realizzare il suo sogno combatte anche contro i pregiudizi nei confronti della sua disabilità e ci riesce nel 1952.
Quando riceve la licenza di professionista può combattere nel professionismo e dimostra tutto il suo valore vincendo gli italiani nel ’53, gli europei nel ’55 e diventando il secondo campione del mondo italiano dopo Primo Carnera nel '56!
Guadagnandosi così il soprannome di “Piccolo marciano”.
Quella di Mario – conclude Mirco Rufilli – è una storia incredibile, fatta di forza d’animo, caparbietà e passione tutti valori dello sport, valori che ogni giorno vanno ricordati e preservati”. (s.spa.)