"Gay Pride a Firenze: scelta sbagliata del Comune nel concedere il patrocinio"
"Ci avviciniamo al Gay Pride regionale dell’8 luglio, a Firenze, e assistiamo al solito spettacolo: l’inginocchiamento degli imprenditori, delle multinazionali, degli artisti, delle istituzioni più varie. E’ oggettivamente la categoria più protetta e più vezzeggiata, quella delle persone che si definiscono “lesbiche, gay, bisessuali e bi+, trans, queer, intersex e asessuali”, ecc. perché ogni anno la lista si fa più lunga. La lista dei loro sostenitori è interminabile, però si presentano come la categoria più discriminata; in questa mistificazione della realtà hanno l’appoggio incondizionato dei mass media, che creano una narrazione fantasiosa e funzionale alla richiesta di diritti sempre nuovi.
Il Pensiero Unico ormai si è impadronito di quasi tutto l’arco politico; salvo qualche eccezione, il Centro-Destra si dimostra come la fotocopia sbiadita della Sinistra. Ma nel popolo italiano ci sono ancora persone che resistono alla propaganda asfissiante, persone che, purtroppo, non hanno rappresentanza politica. C’è bisogno di qualcuno che abbia il coraggio di proclamare: “non in mio nome” il patrocinio al Gay Pride. Come ha rilevato il consigliere Jacopo Cellai, il patrocinio del Comune è stato conferito violando le regole e, oggettivamente, ha offeso tutti quei cittadini che hanno una posizione contraria all’ideologia omosessualista e gender. Il patrocinio offende anche tutte quelle persone che hanno una tendenza omosessuale, ma che aborriscono il Gay Pride e che contestano alle associazioni omosessualiste e genderiste la pretesa di rappresentare tutte le persone con tendenze non eterosessuali.
Qui non si tratta di mancare di rispetto alle persone, si tratta di distinguere la persona dalle sue idee e dai suoi comportamenti: rispettare una persona non significa approvare tutte le sue idee e tutti i suoi comportamenti. Come nel mondo fisico esistono leggi di natura, così anche in ambito morale esistono leggi morali naturali, e gli esseri umani hanno la libertà di scegliere se comportarsi in modo conforme o in modo contrario alla natura. Esiste un modo naturale di generare i figli, esiste una struttura naturale dove i figli vengono generati, amati, educati, e questa struttura si chiama famiglia naturale. Se qualcuno cerca l’odio, non lo trova nei cuori di chi ripete queste verità basilari condivise da tutti i nostri antenati, l’odio lo si può riscontrare invece all’interno dei Gay Pride, dove sono immancabili i cartelli e gli slogan e le mascherate che offendono le persone che non si piegano alla loro ideologia. La Legge non è uguale per tutti, per alcuni l’odio è lecito".
Lo dichiara il consigliere di Gruppo Misto-Italexit Andrea Asciuti
(fdr)