Mostre, prorogata la monografica dedicata al gruppo di architetti 9999

Fino all'11 febbraio al museo Novecento

Ottimo riscontro di pubblico per la monografica Rivoluzione 9999, organizzata da Museo Novecento e Fondazione Architetti Firenze e curata da Marco Ornella e Emanuele Piccardo. La mostra dedicata al gruppo di architetti radicali fiorentini 9999, che sarebbe dovuta terminare il 28 gennaio, è stata prorogata fino a domenica 11 febbraio. Rivoluzione 9999 è la prima esposizione di materiali esclusivamente dedicata al gruppo di architetti radicali attivo a Firenze dal 1968 al 1972 e fondato da Giorgio Birelli, Carlo Caldini, Fabrizio Fiumi e Paolo Galli. Lo spazio, situato accanto alla sezione monografica dedicata dal Museo Novecento all'architettura radicale, vuole essere un tributo a questo gruppo di giovani architetti che Giorgio La Pira volle orgogliosamente come “ambasciatori di Firenze” in Oriente, come lo stesso Carlo Caldini amava testimoniare. Documenti, videointerviste e fermo immagine su un passato che guardava alla Firenze del futuro, questi i materiali esposti in un evento che ha l’obiettivo di restituire in forma cronologica i temi della ricerca dei 9999: i viaggi formativi in Nord America, India e Londra, l’happening e la discoteca Space Electronic. L'esposizione costituisce un’importante occasione per presentare materiali inediti, come gli scatti e i filmini in Super8 realizzati da Mario Preti, le fotografie del Living Theatre, le interviste ai membri del gruppo 9999 raccolte da Elettra Fiumi all’interno del film A Florentine man dedicato al padre Fabrizio, le sequenze fotograficherealizzate da Giorgio Birelli durante la costruzione della barca ideata da Paolo Galli, atto comunitario finale del gruppo prima del suo dissolvimento. I 9999 operarono con lo scopo di ridefinire forme e linguaggi della disciplina architettonica agli albori della nascente era elettronica e della massificazione dei consumi, arrivando a formulare - nell’ambito della Neo-avanguardia Architettonica Italiana - una nuova forma di progetto, in cui coesistono l’intimità della processualità manuale e la portata dell’evento mediatico trasmesso dai canali televisivi, il progresso tecnologico e il sentimento ecologista.
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