Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune): “Per l'ennesima volta l'amministrazione comunale rimanda l'adozione del piano particolareggiato alle calende greche”

Ci eravamo illusi che la maggioranza avesse voluto prendersi la responsabilità di dare una risposta definitiva ai tecnici, alle imprese e ai cittadini che hanno cura della propria città e delle loro case. Invece – dichiarano Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – hanno scelto di autoincensarsi, hanno buttato giù la maschera nel momento stesso in cui hanno votato contro l'emendamento che sottolineava l'importanza di portare avanti la richiesta, fatta dai professionisti che sono intervenuti in Commissione, di inserire la classificazione puntuale degli edifici nel prossimo Regolamento Urbanistico.

Ci spiace si sia persa l'ennesima occasione di sbloccare l'attuale situazione di stallo dell'edilizia e di sistemare le carenze nella pianificazione urbanistica, per questo non eravamo disposti a fare accettare alla Città l'ennesima soluzione approssimata.
La maggioranza di Palazzo Vecchio deve avere un'ossessione per i “numeri uno”, come se scoprissero ogni giorno che sono al governo della città e che quindi le decisioni passano dal loro voto favorevole in Consiglio. Sullo sblocco dei cantieri – aggiungono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – abbiamo assistito a una singolare corsa per il merito. Rispetto alle nostre proposte siamo stati oltretutto accusati di non voler condividere la mozione presentata dal Partito Democratico per primogenitura. Ci sembra utile quindi precisare alcuni passaggi.
Per risolvere il disastro a cui hanno portato le scelte della precedente Amministrazione sul Regolamento Urbanistico - istanza cautelare di Italia Nostra accolta e autotutela del Comune, che ha scelto di bloccare qualsiasi attività edilizia - avevamo proposto un testo aperto al confronto e a possibili emendamenti. In III Commissione, il PD ha scelto di muoversi invece con un'altra mozione, sostenendo la necessità di non prendere in considerazione la nostra volontà propositiva, perché troppo inquinata dai giudizi sulle responsabilità della presente situazione.

Lunedì in Consiglio comunale entrambe le opzioni sono arrivate in discussione. Abbiamo autoemendato la nostra, rimuovendo ogni riferimento critico al passato e aperti a qualsiasi richiesta di modifica, puntualizzando come due fossero i temi fondamentali:
- un piano particolareggiato per il centro storico, i centri storici minori e le emergenze architettoniche puntuali fondato sul censimento dell’edificato storico;
- un impegno ad aiutare famiglie e proprietari ritrovatisi in difficoltà (con mutui o prestiti) per il blocco di tutta l'attività.
Sorvolando sulla continua necessità della maggioranza di concentrarsi a criticare l'opposizione, non ci siamo arresi. Bocciata la nostra mozione abbiamo chiesto di poter emendare la seconda.

Delle tre modifiche, era indispensabile per noi la ripetizione di un passaggio della parte narrativa della mozione in quella deliberativa: “valutando ad esempio l'adozione di un piano particolareggiato del centro storico con individuazione puntuale degli interventi consentiti e delle destinazioni d’uso ai vari piani.
La sinistra di opposizione proseguono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – aveva già segnalato la necessità di questo piano già nel 2018. Il piano particolareggiato è indispensabile per uscire realmente dalla situazione senza attendere la sentenza del prossimo ottobre. Per questo ci siamo astenuti e ci amareggia prendere atto di come il resto dell'opposizione non sia riuscita a fare fronte comune, ingaggiando con il Partito Democratico la paternità di una soluzione che non è arrivata.
Così il testo approvato non offre soluzioni, è una generica dichiarazione di intenti, che prende atto della precisazione di Italia Nostra, grazie alla quale sono ripartiti i lavori fuori dalla zona 1, e si limita ad auspicare un miglior futuro.
La scelta di non approvare un nostro emendamento, che proponeva lo spostamento dalla parte narrativa a quella deliberativa del testo scritto dallo stesso Partito Democratico, è stato un vero e proprio 'gettare la maschera'.
La nostra richiesta è la stessa arrivata da più parti anche durante le audizioni. Per questo concludono Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – non ci lasciamo incantare dai proclami e insisteremo a cercare soluzioni, invece di prendere tempo con le parole”. 
(s.spa.)

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