Casa, Grassi, Trombi e Verdi (Frs): “Lo Stato deve rifinanziare l'edilizia residenziale pubblica. Altrimenti la Regione introduca subito una tassa di scopo su beni di lusso per recuperare gli alloggi sfitti e costruirne di nuovi”

“In Consiglio comunale si discuta delle proposte di modifica della legge regionale sulla casa”

“Una nuova legge che riforma un settore ma non mette un euro di risorse è un atto che difficilmente riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati. Il nuovo testo quadro sulla casa in Regione Toscana è privo dei fondi necessari per la manutenzione degli alloggi lasciati liberi dai precedenti assegnatari e di quella ordinaria sugli edifici più vecchi e anche per la costruzione di nuovi edifici da destinare a case popolari da parte dei Comuni – affermano il Capogruppo di Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi, che era presente al convegno “Edilizia pubblica in Toscana, verso quale legge?” organizzato dai rappresentati dei sindacati dei lavoratori e degli inquilini in Regione, insieme alla Consigliera Donella Verdi e al Consigliere Giacomo Trombi – a Firenze si parla di 130 sfratti al mese, di oltre 2500 famiglie in graduatoria, di meno di 100 nuovi alloggi assegnati all'anno, e di oltre 250 appartamenti sparsi in Città che potrebbero essere recuperati e assegnati a chi ne ha bisogno”.

“Ci uniamo ai sindacati dei lavoratori e degli inquilini che si sono riuniti in Regione per discutere di quale legge sull'abitare dovrebbe essere approvata e che hanno avanzato la proposta di introdurre un finanziamento specifico per l'edilizia residenziale pubblica da parte dello Stato o di una tassa di scopo speciale che possa, anche a livello regionale, dare ossigeno al mondo delle case popolari. Certo, sarà necessario spendere meglio che in passato le già poche risorse che potranno arrivare dal livello nazionale ma se proseguiremo in questa direzione, sarà impossibile sostenere l'emergenza abitativa da parte dei Comuni, che già adesso sono in netta difficoltà. E' incredibile che la Regione non abbia mai alzato un dito con lo Stato per ottenere nuove risorse”.
“Chiediamo quindi che la legge venga approvata dal Consiglio regionale non prima dell'estate e che anche il Consiglio comunale di Firenze possa discutere di proposte di emendamenti con una discussione franca e trasparente in Consiglio comunale, dove ognuno possa avanzare le proprie proposte e che si possa discutere nel merito una legge che finora ha raccolto molto clamore soltanto per gli annunci di Nardella sull'innalzamento del requisito della residenza, come avevano proposto Lega e Forza Italia. L'Assessora Funaro e il presidente di Casa Spa Talluri, nonostante siamo all'opposizione, hanno posizioni condivisibili quando pongono il tema della specificità di Firenze e chiedono di cancellare dal testo in discussione in Regione l'abbassamento del reddito d'accesso all'ERP o propongono di rivedere il rapporto tra le superfici degli alloggi e gli abitanti, escludendo la cucina dai vani abitabili, ma tutto questo non può avvenire solo sulla stampa”.

“Va poi non dimenticato mai che oltre alla risposta che i Comuni devono dare a chi ha i requisiti per accedere ad un alloggio popolare, esiste una fascia, sempre più ampia, di popolazione che non riesce a pagare l'affitto sul libero mercato e che ha bisogno che non siano cancellate quelle misure strutturali come il contributo affitto, che invece dalla Regione ha sempre ricevuto, anno dopo anno, un taglio al finanziamento, e un sostegno all'abitare come gli alloggi a canone calmierato calcolati in base agli accordi territoriali tra inquilini e proprietari. Attendiamo quindi che sia confermata dal Comune di Firenze la notizia che saranno stanziati maggiori fondi per il 2018 per i contributi affitto alle famiglie. Infine sempre più spesso risulta necessario per il Comune dare una risposta, fuori dalla graduatoria degli alloggi ERP, a quelle situazioni di estrema emergenza che hanno bisogno temporaneamente di un alloggio per poi avviare percorsi in autonomia: ad oggi tutti questi casi finiscono nelle strutture temporanee d'emergenza sociale che hanno sicuramente un costo complessivo assai maggiore rispetto alla pianificazione di edifici residenziali ad hoc, come i contenitori dismessi delle Caserme nella disponibilità dell'amministrazione comunale”. (s.spa.)

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