Stamani, nel 37° anniversario dell’assassinio di Lando Conti, la città ha ricordato l'esponente repubblicano, sindaco dal 1984 al 1985, ucciso da un commando delle Brigate Rosse. L'assessora alla cultura della memoria Maria Federica Giuliani ha portato una corona di alloro al cimitero di Trespiano. Erano presenti la moglie di Conti, Ghisa, i figli Stefano e Leonardo e il vicepresidente del consiglio comunale Emanuele Cocollini.
"Lo abbiamo ricordato con questa sentita e commovente cerimonia - ha sottolineato l'assessora Giuliani - grande fu il suo amore per Firenze e la sua capacità di dialogare con tutti. Quando si insediò alla testa della giunta comunale, disse che voleva essere il sindaco dell'altra Firenze, di quella che non va tutti i giorni nei corridoi a chiedere piaceri, quella che tutte le mattine si alza e va a lavorare. E perciò prese l' impegno di tenere la propria porta aperta a chiunque. Per questo si era guadagnato l' appellativo di «sindaco amico»".
Una corona è stata deposta dall'assessora Giuliani e dalla sindaca di Fiesole Anna Ravoni anche sul luogo dell'omicidio.
Conti fu ucciso il pomeriggio del 10 febbraio 1986. Aveva 52 anni ed era padre di quattro figli, Leonardo, Lapo, Lorenzo e Stefano.
I terroristi gli tesero l'agguato a Ponte alla Badia, alla porte di Firenze. Conti aveva lasciato poco prima casa sua per andare in Palazzo Vecchio, dove era in corso la seduta del consiglio comunale. Una Uno rossa affiancò l'auto dell'esponente repubblicano. Partirono i primi colpi. Conti perse il controllo della macchina. Un brigatista scese e lo finì con un' altra scarica di proiettili.
Il pubblico ministero Gabriele Chelazzi, che condusse le indagini e riuscì ad ottenere quattro condanne (all’ergastolo Maria Cappello, Fabio Ravalli e Michele Mazzei e a 30 anni Marco Venturini) era convinto che almeno altri 7-8 assassini fossero sfuggiti alla cattura. (fn)