Dipendenti del Comune di Firenze. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (SPC): “La Regione sbaglia, noi seguiamo?”

“Le consigliere e i consiglieri comunali di Palazzo Vecchio dovranno rispettare le stesse norme previste per il personale dipendente del Comune di Firenze, verosimilmente, viste le norme sulla sicurezza sul lavoro. Una soluzione – sottolineano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – inevitabile e necessaria. Anche se al suo interno contiene lo stesso errore elaborato dalla Regione Toscana per il personale dipendente, di cui il nostro ente ha recepito le indicazioni (che però potevano essere corrette confacentemente alle norme dello Stato).
È il datore di lavoro infatti, ai sensi di legge, a dover assicurare le verifiche delle condizioni di sicurezza e di salute di chi lavora. Se le consigliere e i consiglieri possono dover dimostrare autonomamente - attraverso cioè certificazione del proprio medico - di non presentare sintomi, nell'esercizio delle proprie funzioni, il personale dipendente ha il diritto di non vedere a proprio carico l'onere di questa responsabilità.
Avere le competenze per autocertificare la propria situazione non rientra tra gli obblighi lavorativi, perché la legge sull'autocertificazione stabilisce che non si possono autocertificare stati clinici. Lo può fare soltanto un medico. Inoltre deve essere evitata ogni situazione ambigua in cui riflettere su un potenziale ricatto tra salute e lavoro. Ragione per cui il Decreto n. 81 del 2008 stabilisce con chiarezza che tali accertamenti non sono a carico del singolo lavoratore.
Le organizzazioni sindacali, tra cui CSA, USB, Dicca e Cobas, hanno già scritto alla Regione Toscana – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu –  per chiedere la correzione di questo grave errore. Facciamo nostre le loro osservazioni e richieste, chiedendo al Comune di Firenze di agire rapidamente, magari anticipando la Regione in questa direzione. Anche soltanto perché la legge è chiarissima in questo caso...”. (s.spa.)

Scroll to top of the page