Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “Uno stato di emergenza leggero come un drone”

“Assistiamo con sempre maggiore preoccupazione alla deriva della politica sul fronte istituzionale. Si delega al volontariato e alle reti sociali l'assistenza della nuova condizione di fragilità che colpisce larga parte della popolazione, proseguendo a costruire un impianto esclusivamente repressivo rispetto ai comportamenti corretti da mantenere in questa fase. L'efficacia di certe misure – aggiungono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – ci sembra contestabile anche sul piano dell'analisi tecnica, anche laddove si volesse mettere tra parentesi la politica (che invece è necessaria soprattutto di fronte a contesti inediti e nei momenti di emergenza). Il Sindaco di Firenze rinnova la sua passione per il riconoscimento facciale e i nuovi software delle telecamere, mentre al Consiglio si limita di fatto la possibilità di capire di cosa esattamente si stia parlando (noi su questo fronte abbiamo domande avanzate ancora nel 2019, in continuità con l'impegno della sinistra di opposizione della precedente consiliatura). Si invocano forze armate nelle strade e droni nei cieli. Il tutto senza però accompagnare queste richieste con precise informazioni sull'utilizzo dei dati, sulla privacy e senza adeguate risposte sul fronte delle nuove condizioni in cui si ritrovano le persone nella loro quotidianità. 

Di fronte alla classe lavoratrice si vive inoltre una situazione di scarso ascolto, rimandando le questioni al livello nazionale, quando va bene. Chi controlla che le aziende rispettino le misure a tutela di chi lavora? Siamo inoltre certi che tutte le persone a cui si chiede di uscire dalle proprie abitazioni debbano farlo per garantire servizi essenziali?

Questo concentrarsi sui comportamenti individuali – concludono Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune – ci sembra un'impostazione errata, soprattutto sul medio periodo, quale sarà quello che ci attende pensando al COVID-19. Non vuol dire sottovalutare l'importanza di restare a casa e limitare i contatti personali. Significa riportare la politica a occuparsi della società, anziché pensare di dover disciplinare le azioni delle persone dall'alto, in forme pervasive e imponendosi. Le parti sociali e sindacali vanno ascoltate, la città deve poter comprendere e sviluppare responsabilità”. (s.spa.)

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