Emergenze in Città. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “La necessità di affrontarle in modo diverso”

“Preoccupati per la situazione denunciata da chi opera sul territorio e per la forte crescita di richieste. Senza donazioni e volontariato le istituzioni non riuscirebbero a dare risposte. Si apra un nuovo tipo di dialogo con i territori”

“In queste settimane abbiamo riconosciuto l'inedito contesto in cui ci troviamo. La Presidenza del Consiglio ha chiesto alle diverse forze politiche di tentare strade di confronto più forti che in passato, sviluppando proposte e critiche in un dialogo più costante con la Giunta. Non ci siamo sottratti, consapevoli di rappresentare un'ampia coalizione, di cui fanno parte soggetti politici che anche in questa fase svolgono un ruolo importante per la città, dalla denuncia politica alla proposta, passando per pratiche di mutualismo e solidarietà.

In questo contesto – aggiungono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – crediamo di dover precisare la necessità di riconoscere i problemi e le difficoltà, dismettendo la retorica dello stato di guerra e quella ottimista di una superficiale costante rassicurazione. La nostra società, anche a Firenze, che non è estranea al resto del mondo, nega le fragilità. Lo fa con le persone anziane e non autosufficienti, lo fa con chi è in una condizione di povertà, lo fa con chi è malato, lo fa con la morte. Volontariato e religione sono chiamate a prendersi in carico molti aspetti della vita reale quotidiana, mentre la politica si mostra spesso incapace di affrontare i problemi. Oggi quelle fragilità minacciano una parte troppo grande della popolazione e non possono più essere rimosse.

Nel campo delle competenze il gioco del rimandare ad altri livelli è quello più praticato. Non pensiamo che le singole persone, la Giunta da sola, il Sindaco o anche il solo Consiglio comunale possano risolvere tutti i problemi. Ma riteniamo che Palazzo Vecchio e i consigli di quartieri siano i luoghi in cui prendere atto della situazione, esplicitamente, in modo trasparente, per tentare nuove risposte.

I punti di distribuzione dei pacchi alimentari oggi guardano con preoccupazione al forte aumento della domanda, rispetto alle esigue disponibilità delle risorse. Risulta difficile anche fare stime che vadano oltre il mese... Nei giorni passati – aggiungono Palagi e Bundu – una forte preoccupazione ha riguardato l'accoglienza dei senza fissa dimora. Le donazioni private e le raccolte fondi ancora una volta hanno svolto un ruolo di compensazione rispetto all'impotenza della risorse pubbliche, su tutti i fronti degli aiuti. Questa cosa non può essere la risposta. È in contrasto con la Costituzione e con il ruolo che gli enti locali dovrebbero avere. La Repubblica italiana dovrebbe garantire i diritti cittadinanza fuori dalle regole di mercato, è un principio ormai dimenticato, ma su cui chiediamo e chiederemo invece impegni precisi. Le reti sociali e l'organizzazione dal basso della solidarietà devono essere protagonisti di un dialogo cittadino che crei un positivo meccanismo di partecipazione. Non si deve appaltare alla buona volontà delle persone le soluzioni a cui non arrivano le istituzioni.

Il punto di partenza è una corretta informazione, una puntuale analisi di quello che non va sul nostro territorio. Quali sono i bisogni, quanto si stanno facendo più urgenti? Schiacciare tutto sull'emergenzialità lascia alla speculazione e al profitto di pochi i momenti di uscita dalla crisi (o il permanere nella crisi).

Dire che a Firenze nessuno viene lasciato solo – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto comune Palagi e Bundu – è un'autoassoluzione che non ci possiamo permettere. Esistono zone grigie ed esistono zone scure, in cui non arriva nemmeno un raggio di supporto. Non stiamo accusando nessuno, stiamo solo evidenziando la necessità di un approccio diverso, ora che il Consiglio comunale e i consigli di quartiere sembrano dover riprendere una parziale ordinarietà. Perché abbiamo davanti ancora un lungo periodo di difficoltà. La rabbia e le paure devono essere ascoltata e il dialogo deve essere reale, con un modo diverso di comunicare e di essere città”. (s.spa.)

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