Ex GKN. Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune): “Le istituzioni insultate dalla proprietà, assente al tavolo”

“Oggi il Comune di Firenze ha confermato la richiesta di sospendere i licenziamenti anche alla luce dell'alluvione, ma la controparte nemmeno si è presentata”

Queste le dichiarazioni di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, consiglieri di Sinistra Progetto Comune

“Le istituzioni devono tutelare la loro dignità, oltre che quella di chi per anni ha lavorato presso lo stabilimento ex GKN di Campi Bisenzio. Come Comune di Firenze abbiamo approvato un patto di solidarietà con la Società di Mutuo Soccorso Insorgiamo, anche per attestare la volontà di sostenere concretamente la vertenza.
In questi giorni la stampa ha dato notizia di un piano della precedente proprietà, per smantellare una fabbrica fondamentale per il territorio. C’è stato anche un tavolo, a cui hanno partecipato gli enti locali. Tra le richieste quella di sospendere i licenziamenti, alla luce dell’alluvione. Con 24 ore di preavviso la nuova proprietà ha fatto sapere che non si sarebbe presentata.
Il Collettivo di Fabbrica ha sempre avuto ragione, quando diceva che c’era cattiva fede in chi vuole svuotare il tessuto produttivo della piana fiorentina. Il quadro è grave, il sistema istituzionale non si può limitare alle parole. Occorre intervenire direttamente e favorire la partecipazione di tutta la cittadinanza alla vertenza.
Riportiamo in calce il commento del Collettivo di Fabbrica di alcuni giorni fa, letto dalla Capogruppo nella sua comunicazione di oggi nel Salone de’ Dugento". (s.spa.)

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La chiusura del 2021: dimostrato quanto già immaginavamo. Ma siamo ancora nello stesso piano?

Ciò che è stato pubblicato da Irpimedia (https://irpimedia.irpi.eu/gkn-progetto-skye-licenziamenti/) e Panorama, dimostra quanto già immaginavamo.

La chiusura di Firenze fu decisa con largo anticipo. E nessun piano alternativo evidentemente poteva essere preso in considerazione. Dovevano prevalere interessi speculativi e massimizzazione del profitto. Non c’è mai stata di fatto una vera trattativa. Ai tavoli ci stavano, fingendo.

Ma quante altre cose non sappiamo? Si faccia chiarezza subito sugli accordi tra Borgomeo e Gkn.

Sempre più legittima infatti l’ipotesi che con l’arrivo di Borgomeo, il piano di chiusura sia continuato con altri mezzi. Invece che essere perseguito direttamente, è stato continuato “per procura”. Con una potenziale complicità di un pezzo del mondo imprenditoriale e della politica.

Il meccanismo può essere rotto solo con una decisione politica pubblica. Il Governo ha deciso al contrario di non agire, con una forma di inquietante complicità. Intervenga allora la Regione: rilevare lo stabilimento e metterlo a disposizione della reindustrializzazione.

Torniamo sui contenuti di quanto pubblicato da Irpimedia:

1. La chiusura di uno stabilimento non la decidi in un giorno. Il piano per la chiusura esisteva ed è stato sistematicamente sottaciuto al sindacato, alla Rsu, ai lavoratori. Esplicitarlo per tempo avrebbe permesso di produrre alternative e mobilitarsi efficacemente. Esplicitarlo prima avrebbe permesso alla componente operaia di fare quel che poi ha dimostrato di saper fare: dimostrare le alternative produttive, mettere a nudo che la chiusura era determinata da massimizzazione del profitto, meccanismi speculativi e partorire un piano alternativo.

2. Fiat (Fca, Stellantis) in qualche modo sapeva. E non poteva non sapere. Per traslare la fornitura di semiassi da uno stabilimento all’altro, devi eseguire lunghi processi di validazione del nuovo processo produttivo. Ricordiamo che nel settembre 2021 presentammo un esposto dove esponevamo il dubbio riguardante delle foto di etichette apposte sui semiassi il cui codice di tracciabilità non era da noi identificabile. Erano semiassi con il codice dello stabilimento di Firenze ma che, per una serie di ragioni tecniche, non potevano essere stati prodotti a Firenze: ci chiedevamo se questo potesse essere un tentativo di schermare i preparativi alla delocalizzazione, avvenuti prima della chiusura ufficiale dello stabilimento di Firenze. L’esposto fu archiviato.

3. Fu condotta antisindacale. Firmando accordi poi non rispettati, non avvertendo, schedando e perfino addossando al sindacato la colpa di quanto stava accadendo. La sentenza del tribunale del settembre 2021 si rivela oggi pienamente corretta. Al contrario, è inquietante rileggere quanto dichiarato da Gkn Firenze nella propria memoria difensiva: “la Società non ha mai sottaciuto alcunché al sindacato”.

4. Il piano per la chiusura di Firenze si è articolato di varie fasi e modalità. L’ipotesi che Borgomeo sia solo l’ultima fase di questo processo è oggi più che mai legittima. La firma dell’accordo quadro del gennaio 2022 serviva a scongiurare questa ipotesi. Per quanto ci riguarda anche tale accordo è potenzialmente violato, così come i precedenti. Si tratta di accordi firmati anche da Ministero, Regione, Comune e Città metropolitana: come mai siamo invece solo noi a sentirci defraudati?

5. L’assemblea permanente, il collettivo, i delegati di raccordo, la reindustrializzazione dal basso, la convergenza, la fondazione della Soms ci appaiono oggi per quel che sono: strumenti di diritto creati per scardinare una azione diretta contro di noi, contro il sindacato, i diritti, il lavoro, contro questo territorio, contro l’interesse comune.

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