“Piazza Santo Spirito, il Cimitero di Rifredi, la Leopolda, Trespiano e piazza della Signoria per questi ultimi giorni di cerimonie”
Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi, capogruppo Sinistra Progetto Comune
“Il nostro gruppo consiliare cerca di garantire una presenza costante e continua alle cerimonie delle Liberazione di Firenze. Ci teniamo a ringraziare le comunità e le organizzazioni che partecipano, insieme alla cittadinanza, così come la Famiglia del Gonfalone, il Cerimoniale e l’Amministrazione per garantire la cornice ufficiale di questi eventi.
Ieri, con Francesca Lupo e Giulia Marmo (consigliere del Quartiere 1 e 4) eravamo in piazza Santo Spirito per ricordare il Comandante Potente e Mario Sentini, oltre al sacrificio delle altre persone cadute durante la battaglia per Firenze, in particolare nell'Oltrarno. Purtroppo al Governo nazionale, in Consiglio comunale e al Parlamento europeo siedono figure legate a chi negli anni non ha mancato di recarsi a Trespiano per ricordare i franchi tiratori.
Per fortuna domenica saremo con la Rete Democratica proprio presso questo cimitero, per ricordare Spartaco Lavagnini, figura per la quale abbiamo depositato una mozione, per coinvolgere la Famiglia del Gonfalone nell'annuale cerimonia che si tiene a febbraio in via Taddea, grazie a CGIL, CUB, ANPI e altre realtà.
Abbiamo depositato anche una mozione per apporre una targa per la battaglia di Firenze a Porta Romana, aggiungendo un appuntamento al “calendario della Liberazione” per il 4 agosto.
La memoria della vittoria antifascista di 80 anni fa è delicata, perché le istituzioni rischiano di svuotare di senso i loro momenti.
Anche oggi a Rifredi era presente la famiglia di Lorenzo Orsetti, anche lui, come Leandro Agresti, partigiano di questo quartiere, anche se per una battaglia diversa.
In questi giorni torneremo a chiedere a Palazzo Vecchio di tenere fede all'impegno votato dal Consiglio comunale per un luogo toponomastico da intitolare a Orso Tekoşer.
Sono tutte azioni e impegni necessari per garantire un presente e un futuro all'altezza di quello per cui i partigiani e le partigiane hanno lottato”. (s.spa.)