Mercato di Sant’Ambrogio. Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (PSC): “Una commissione finita a tarall-meucci e vino?”

“Con il conforto del Presidente dell’Ordine degli Architetti Fagnoni oggi, in Commissione Urbanistica, abbiamo messo a fuoco alcuni dettagli della vicenda delle coperture del Mercato di Sant’Ambrogio. Vicenda – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi – ancora tutta in divenire, di cui avevamo chiesto chiarimenti con il nostro question time n.91 di quest’anno.
Avevamo infatti appreso dalla stampa dell’ulteriore progetto di “restyling” del mercato di Sant’Ambrogio, pur essendo Consiglieri comunali in carica e cercando di farlo meglio possibile (anche se alle opposizioni, ormai, si cerca sempre di non far sapere le cose per tempo…) e pareva infatti che due architetti, tali Balestri e Michelagnoli (Archi BaM) avrebbero donato, con “puro spirito di liberalità”, l’idea progettuale per la riqualificazione del mercato Sant’Ambrogio e la costruzione del nuovo loggiato esterno adibito a mercato.
Quindi lo avevano fatto gratis? O soltanto che il Comune non li aveva dovuti pagare?
La Giunta comunale, intanto, con deliberazione n° 2020/00401 aveva accolto tale omaggio progettuale di ArchiBaM, perché “ritenuta tecnicamente più funzionale per una migliore organizzazione del mercato. come emerge dalla procedura di partecipazione”.
Quindi ci sarebbe stata in corso una qualche procedura di partecipazione a cui altri progettisti avrebbero partecipato, ma non con le stesse capacità di interpretare le necessità di restyling del Mercato? Forse. Intanto ricordiamo – aggiungono Bundu e Palagi – che nel bando pubblicato su START (Sistema Telematico Acquisti Regione Toscana) con lettera di invito del 2018, si faceva riferimento ad “alcuni servizi ingegneristici” per il rifacimento delle coperture del mercato, gara telematica che era stata vinta dallo Studio GTA srl – Gruppo Tecnico Associato.
La Proposta di delibera succitata parla però anche di “una procedura di partecipazione” avviata successivamente, ma senza specificare in quali termini e come sia stata pubblicizzata questa procedura. Una misteriosa seconda procedura che avrebbe allora “portato all’attenzione” della Amministrazione comunale “un altro progetto” che è stato poi preferito dalle “associazioni di categoria”, sempre secondo il verbale delle deliberazioni del 27 ottobre 2020.

Anche con il conforto dell’Architetto Fagnoni, pare però che non si debbano rilevare elementi non conformi alle norme in materia di appalti (un codice degli appalti - del 2016 - che non ha riscosso molto apprezzamento dagli specialisti e che è già stato più volte oggetto di rivisitazioni in sede legislativa, come d’altronde ha ricordato anche il Presidente della commissione).
Ma lo stesso Fagnoni – proseguono i consiglieri di sinistra progetto Comune – ha fatto presente che un vero “concorso” avrebbe prodotto maggiori benefici e messo al centro modalità di gestione del progetto più compatte e aderenti alle necessità di condivisione dichiarate.
Concludendo – provvisoriamente – qui, ammettendo quindi la regolarità formale per le norme richiamate, ci domandiamo però se questo percorso sia politicamente e deontologicamente corretto.
E’ corretto rispetto ai progettisti vincitori della procedura? Perché, se avevano vinto, vuol dire che avevano fatto tutto quanto richiesto dal bando e anche bene. Poi però il Comune avrebbe scoperto che quanto loro richiesto non bastava? Come mai questo ravvedimento? È corretto, nei confronti degli operatori del mercato e degli abitanti dell’area, ma anche della cittadinanza tutta, che chiedono partecipazione e trasparenza? Questo perché il secondo progetto sarebbe stato sì “regalato” alla Giunta, ma commissionato ad uno studio di progettazione pratese da parte di privati fiorentini, operatori commerciali della zona di Piazza Ghiberti. Progetto che quindi è stato pagato da questi ultimi e poi fatto recapitare come un mazzo di fiori, gentile omaggio di ammiratori sconosciuti, a Palazzo Vecchio. Progetto – concludono Bundu e Palagi di Sinistra Progetto comune – che la Giunta ha fatto subito suo, con buona pace della condivisione con tutti gli altri operatori commerciali della zona e degli abitanti. Gli “amici degli amici” hanno quindi fatto sterzare le cose in una direzione diversa, per quanto legittima dal punta di vista strettamente normativo, rispetto a quanto dichiarato dall’Amministrazione? Pare proprio di sì, ma approfondiremo, chiedendo di vedere tutti gli atti, non soltanto quelli strettamente concorsuali e progettuali”. (s.spa.)

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