Inviata una lettera al presidente del Consiglio e alla Ministra dell’Interno
“Ho inviato una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ed alla Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dove ho sottoposto un appello urgente per la riapertura dei punti di ristoro dei circoli e delle Case del popolo”. Il presidente del Quartiere 4 Mirko Dormentoni ha deciso di porre attenzione sulla chiusura dei bar e ristoranti di tutte le Case del popolo, circoli Arci, Acli, Mcl ed altre associazioni, luoghi di socialità importanti nel territorio Isolotto – Legnaia.
“In territori come il nostro, quello del Quartiere 4 di Firenze, i circoli ricreativi e culturali, le “Case del popolo2, i circoli Arci e Mcl in particolare, costituiscono non solo un patrimonio insostituibile di socialità, ma anche un servizio alla popolazione per quanto riguarda i punti di ristoro (bar e ristorante a colazione, pranzo e/o a cena). Per i soci, certamente, non per tutti. Ma sappiate – ha scritto il presidente Mirko Dormentoni a Giuseppe Conte e Luciana Lamorgese – che i soci di questi circoli, nel nostro quartiere, nella nostra città, nella nostra regione, sono moltissimi cittadini. E sappiate che nei circoli Arci della Toscana, ad esempio, non c’è stato un caso di contagio Covid. E allora la circolare ministeriale che ha deciso di tenerli completamente chiusi credo sia da correggere: se sono aperti bar e ristoranti fino alle 18, per i soci dei circoli deve essere possibile andare al bar o ristorante del proprio circolo, dove naturalmente si mantiene il massimo rigore nell'attuazione dei necessari protocolli sanitari, con gli stessi orari e con la possibilità di fare asporto la sera”.
Lo chiedo come Presidente e a nome del Collegio di Presidenza del Quartiere 4 – aggiunge Mirko Dormentoni – e sono certo che nella maggioranza di Governo stanno già facendo una giusta riflessione e azione in questo senso. In caso che si confermi la chiusura chiediamo che si individui subito una forma di ristoro economico anche per queste realtà e per i lavoratori che vi sono impiegati. Anche se non potrà essere compensato il danno sociale”. (s.spa.)