Palagi e Bundu (SPC): "Cultura e digitale: superare la logica della "Netflix italiana""

"Approvata senza voti contrari la risoluzione presentata da Sinistra Progetto Comune ed emendata dal Partito Democratico: si invita il governo a coinvolgere la RAI e investire sulla realizzazione delle opere, invece di concentrarsi sulla distribuzione"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Abbiamo trovato infelice l'espressione "Netflix italiana". Ci sembra indicativa di una logica concentrata sulla distribuzione e sulle grandi realtà di mercato, costruite su logiche del profitto che poco hanno a che vedere con la Costituzione e i principi riconosciuti anche in sede europea. Si investono 10 milioni dello Stato e 9 milioni di Cassa Depositi e Prestiti per una società dove il privato ha il 49%, nonostante un impegno minore (9 milioni, in cui è compresa la stima del valore dell'infrastruttura offerta). Il tutto con un riferimento alle grandi piattaforme di fruizione digitale, rispetto alle quali davvero non è possibile immaginare nessuna concorrenza, che pure rimane una logica da evitare.

Il Consiglio comunale di ieri, senza voti contrari (con non voto e assenze dall'aula delle destre), ha chiesto al Governo di rivedere le sue decisioni. Abbiamo letto che il Maggio Musicale è coinvolto nel progetto che oggi ha anche un nome e una data di partenza: ITsART ha annunciato il 31 maggio come data in cui si aprirà il sipario.

Il nostro gruppo ritiene sbagliato il progetto ma, prendendo atto di come questo sia ormai in fase di avvio, confidiamo che il Ministro tenga conto di un segnale di attenzione che arriva da Palazzo Vecchio: il coinvolgimento della RAI come servizio pubblico e porre al centro dell'attenzione delle politiche pubbliche gli investimenti sui luoghi in cui si realizzano le opere, senza favorire i grandi protagonisti del mercato. 

Ringraziamo il Presidente della Commissione 5 e chi è intervenuto nel merito del testo per aver permesso questo risultato, la nostra città è direttamente interessata dalle politiche culturali su cui lo Stato sceglie di intervenire, non solo per il Maggio". (fdr)

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