Palagi e Bundu (SPC): "I gesti politici della Giunta non possono ignorare i regolamenti del Comune"

"Non esiste possibilità di non rispondere alle domande delle consigliere e dei consiglieri. Le funzioni di controllo sono parte del mandato per cui siamo stati elette ed eletti"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Nelle nostre dichiarazioni, durante i Consigli e le Commissioni, come nei comunicati in Rete Civica, abbiamo sempre compreso la straordinarietà della situazione legata a Covid-19.

Abbiamo espresso dal primo giorno le nostre perplessità sul Patto per la Città, il tavolo di tutte le forze politiche che dovrebbe rafforzare il ruolo del Consiglio comunale rispetto alle misure che anche il nostro Comune è chiamato a prendere per far fronte alla pandemia e alle sue conseguenze. Confermiamo però la nostra decisione di non ostacolarlo. Di verificare l'effettiva percorribilità di questa strada, prendendo atto di essere stato l'unico gruppo Consiliare a non votare l'atto approvato durante la prima seduta consiliare telematica nella storia di Palazzo Vecchio. Verrà il tempo per fare delle valutazioni e in questo momento vogliamo ringraziare comunque la Presidenza del Consiglio per essere stata quotidianamente presente. Riconosciamo come spesso le Assessore e gli Assessori non si siano sottratti a domande e segnalazioni. Nella gestione dell'emergenza sicuramente le comunicazioni e la collaborazione su tanti aspetti c'è stata, per provare a risolvere le situazioni più urgenti.

Rimangono però tante questioni politiche aperte, sia inerenti a Covid-19 che precedenti. Letture diverse sulla situazione presente e sulle politiche da intraprendere per uscire da questa situazione. Chiarimenti ancora mancanti e risposte da ricevere.

Avevamo compreso e accettato la decisione di sospendere alcuni termini previsti dal regolamento del Consiglio comunale, in merito alle scadenze degli atti e al loro percorso di discussione. Sempre precisando che il tavolo "patto per la città" era per noi aggiuntivo e non sostitutivo, dato che il regolamento rimaneva in vigore e non modificato. Nel corso dei dibattiti, complice la stanchezza, la novità del contesto e comprensibili nervosismi, ci siamo sentiti dare degli irresponsabili, perché chiedevamo precisazioni sui diritti di informazione e di accesso che sono riconosciuti a consigliere e consiglieri. 

Ieri abbiamo appreso che da parte della Giunta ci sarebbe l'intenzione di non dare seguito a quelle interrogazioni che rimarranno senza risposta dopo il 15 di maggio. Si dice che la non risposta assumerebbe un valore politico. Vogliamo interpretare questa posizione come una leggerezza. La non risposta non è prevista dal regolamento. Se non perviene risposta scritta alle interrogazioni, il Sindaco deve venire in aula per adempiere a tale funzione. Questo è quanto. I valori politici devono sempre esprimersi all'interno del rispetto del regolamento, se si fa riferimenti ai rapporti tra le funzioni del Consiglio e quelle della giunta. Esprimiamo quindi immediatamente la nostra preoccupazione per questa posizione, con largo anticipo rispetto al 15 maggio, promettendo di non essere disponibili a chiudere gli occhi.

Ci sono degli atti precedenti all'epidemia Covid-19 che hanno perso di attualità, dopo due mesi di emergenza? Questo è possibile, ma sta alla valutazione e alla responsabilità dei gruppi consiliari proponenti ritirare tali atti. Vale per le proposte di mozione o risoluzione, vale per gli accessi agli atti, vale per le interrogazioni. Se di collaborazione istituzionale si deve parlare tutti i giorni, non è con un atto unilaterale che la si può portare avanti.

Non pretendiamo forzature, non siamo ciechi di fronte alle difficoltà che la nostra Città vive, ma la centralità dei consigli comunali e di quartiere è l'unica possibilità per garantire un futuro in cui la partecipazione e la democrazia siano centrali nel futuro che dobbiamo costruire. La retorica dei comandanti in guerra che non devono rispondere delle loro decisioni è incompatibile con il nostro ordinamento". (fdr)

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