Palagi e Bundu (SPC): "In nome della cultura non si può ignorare quel che accade in Palestina"

"Nessuna perplessità della Giunta su quanto annunciato rispetto alla decisione di aprire a Firenze una sede dell'università di Tel Aviv: suggeriamo di seguire l'esempio dell'ateneo di Siena, in coerenza con gli atti votati dal consiglio comunale"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Tel Aviv aprirà una sua sede a Firenze? Abbiamo chiesto conto alla Giunta delle dichiarazioni di alcuni giorni fa, ma ci è stato detto che le nostre domande creavano stupore, perché la cultura è un modo per favorire la pace. Ci teniamo a spiegarci, come fatto in aula: la ricerca piegata al mercato e al potere non può aiutare la solidarietà fra i popoli, ma è spesso strumento dell'oppressione. Anche questo ci ha insegnato il secolo scorso: le comunità accademiche di tutto il mondo hanno più volte denunciato la complicità delle istituzioni accademiche di Tel Aviv con la sistematica violazione del diritto internazionale da parte del governo di Israele. Per questo riteniamo che sarebbe più opportuno promuovere le pratiche del vicino ateneo di Siena, che porta avanti progetti Erasmus + e partenariati con diverse realtà, a Gerusalemme, nei territori occupati e a Gaza.

Firenze come città di pace dovrebbe muoversi in questa direzione, come abbiamo più volte chiesto come consiglio comunale e nei quartieri, non solo in questa consiliatura.
Continueremo a chiedere di evitare gesti unilaterali, tesi a legittimare comportamenti condannati dalle Nazioni Unite: non servono a nulla le parole di solidarietà, se poi manca la concretezza nei momenti in cui si prendono delle decisioni". (fdr)

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