Palagi (SPC): "La trasparenza sulla campagna vaccinale sia affrontata come una questione politica, non come scusa per fare polemica"

"Sorprende come la discussione pubblica si stia concentrando sul dito, ignorando completamente la luna. Ho rinunciato alla possibilità di vaccino, ma senza pensarlo come gesto da annunciare. Non c'è da fare una guerra a chi si vaccina prima, ma da pretendere una soluzione pubblica, trasparente ed efficace per la salute delle persone"

Questo l'intervento di Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune

"A una domanda di qualche settimana fa, di un giornalista, ci fu modo di rispondere in modo secco: sì, mi sarei vaccinato appena fosse stato possibile. Quella possibilità mi è stata prospettata, ma in accordo a criteri di priorità per me poco condivisibili. L'Università degli Studi di Firenze ha concluso un accordo con Regione Toscana che comprende nelle vaccinazioni anche le dottorande e i dottorandi. Svolgendo un'attività accademica a scarso contatto con il pubblico ho ritenuto che fosse più corretto cedere il passo a chi ha più necessità, anche visto il mio ruolo istituzionale, che ha significativamente cambiato ogni altro impegno.

Si può accettare che le persone anziane rinuncino al vaccino per lasciarlo a una madre in condizioni di fragilità familiari? La guerra tra situazioni di difficoltà e il regime di scarsità hanno delle responsabilità precise: il fallimento dei governi europei e del governo europeo. 

Allo stesso tempo la scarsa trasparenza dei percorsi decisionali con cui ci si sta rapportando alla pandemia Covid-19 e all'attuazione dei piani vaccinali. Non c'è efficace comunicazione che faccia capire alla cittadinanza cosa sta succedendo e come lo si sta affrontando. Da oltre un anno siamo travolti da flussi di dati e informazioni, a cui si accompagnano criminalizzazione dei comportamenti individuali ed elenchi di divieti. In questi giorni la discussione pubblica si concentra su chi ha fatto cosa. La politica però non dovrebbe occuparsi di questo.

Come Sinistra Progetto Comune siamo impegnati nella campagna europea "Nessun profitto sulla pandemia", che tornerà in piazza anche a Firenze l'11 marzo 2021. Il populismo, l'antipolitica e i cosiddetti no vax non c'entrano nulla. Le multinazionali stanno guadagnando sulla malattia delle persone, senza garantire neanche gli impegni presi. Non crediamo alla politica ridotta alla dimensione della singola persona. Non ci interessa fare polemica per un pezzetto di visibilità. Vogliamo però ribadire che c'è bisogno di un'altra chiave di lettura, che parta dai bisogni delle persone e smetta di concepire le funzioni pubbliche come un qualcosa di separato dalla quotidianità". (fdr)

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