TAV a Firenze. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “Ripartono i lavori, ma senza l’Osservatorio Ambientale di controllo e monitoraggio: è regolare?”

“Il Comune di Firenze non ha informazioni puntuali su quanto avviene nel nostro territorio: come si fa a garantire la tutela dell'ambiente e della salute delle persone in questo modo?”

“Non ci sono aggiornamenti sui cantieri TAV a Firenze, nonostante la ripresa dei lavori dalla scorsa settimana e le novità legate al recovery (l’improbabile people mover).
Al nostro question time in Consiglio – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – l'assessore Giorgetti ha risposto che non risultano atti ministeriali per la riattivazione dell’Osservatorio Ambientale, che è scaduto nel 2018. Abbiamo quindi forti dubbi sulla regolarità dei lavori che sarebbero ripartiti, anche col trasporto e deposito delle terre di scavo nel Valdarno aretino, senza alcun controllo e monitoraggio ambientale, che sarebbero in qualche modo garantiti dall'Osservatorio e dal supporto tecnico dell’Arpat. La Giunta ci ha detto di rivolgerci al Ministero competente, come se il cantiere non fosse sul nostro territorio e non riguardasse la nostra cittadinanza. Oltretutto – proseguono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – nell’Osservatorio dovrebbe essere riconfermato il Direttore Generale del Comune, con il ruolo di Presidente dell'organismo, e dovrebbe essere presente per la prima volta anche la Soprintendenza.
Ci lascia anche sconcertati che l’Ufficio Nodo del Comune, con ruolo di programmazione e informazione sull’Alta Velocità, non abbia ricevuto da RFI alcun elaborato e progetti aggiornati: tra le conseguenze c’è che la pubblicazione degli atti sulla rete civica è ferma al 2018. Oltretutto – proseguono Bundu e Palagi – sulla pagina dello stesso Ufficio Nodo sono inattivi molti link e quindi non è possibile scaricare e consultare molti atti e documenti del progetto esecutivo “Passante e Stazione della Tav di Firenze”, alla faccia della partecipazione e della trasparenza tanto declamate anche dal Partito Democratico.
Cosa sta avvenendo in città? Chi garantisce le sicurezze ambientali? Questo è lo stile con cui accoglieremo i progetti del cosiddetto recovery? Il territorio – concludono Palagi e Bundu – non può permettersi alcuna devastazione: abbiamo il dovere di pretendere un atteggiamento opposto per le infrastrutture e la trasformazione urbana”. (s.spa.)

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