Cerimonia col presidente del Consiglio comunale Luca Milani domenica 13 febbraio alle 9
Domenica 13 febbraio ricorre l’anniversario della morte di Mario Fabiani, già sindaco di Firenze al quale l’amministrazione ha dedicato un murales, dell’artista Arke and Droste, insieme a Giorgio La Pira, all’Isolotto, all’angolo con viale dei Bambini.
Una cerimonia, a 48 anni dalla scomparsa, verrà fatta domenica 13 febbraio, alle 9, presso il cimitero di Trespiano, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Luca Milani, in rappresentanza dell’Amministrazione.
“Mario Fabiani – ricorda il presidente Luca Milani – fu il primo sindaco del dopoguerra. Il 28 novembre 1946 venne proclamato sindaco, il primo votato da un Consiglio comunale, eletto a suffragio universale e con sistema proporzionale, dopo il secondo conflitto mondiale, il crollo della dittatura fascista, la nascita della Repubblica e guidò, fino al 1951, una giunta formata dai partiti comunista, socialista e repubblicano.
Fabiani si trovò a fare i conti con il caos e le drammatiche emergenze lasciate dalla guerra: dalla situazione igienica a quella dei trasporti, dall’emergenza abitativa a quella alimentare, dai rapporti con le truppe degli eserciti angloamericani all’alto tasso di disoccupazione, nella consapevolezza che solo la loro soluzione avrebbe consentito un ritorno ad una vita civile regolare e l’affermazione di un costume democratico, fondato sulla dignità delle persone e del lavoro.
Obiettivi che segneranno anche il suo mandato da sindaco – aggiunge il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – in uno stretto nesso fra principi e programma, ricostruzione e progresso democratico. Per questo concentrerà l’attività dell’amministrazione su un’opera attenta di risanamento delle casse comunali e sui bisogni delle masse popolari, completando la ricostruzione di strade, case, ospedali, scuole, ma dedicando una specifica cura anche nella valorizzazione delle risorse “naturali” di Firenze: artigianato, turismo e enti culturali, cercando di farne una città del lavoro, attenta a valorizzare la grandezza intellettuale passata, ma decisa ad interpretare un diverso ruolo, centrato sulla produzione industriale”. (s.spa.)