“Bocciato dalla maggioranza il nostro ordine del giorno che chiedeva il rispetto del Regolamento vigente nelle nomine degli enti partecipati e nuove regole per allinearsi alle procedure più stringenti previste da altre città italiane”
Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica Cecilia Del Re:
“In occasione delle presentazione delle linee programmatiche della sindaca in consiglio, abbiamo presentato un ordine del giorno legato al tema delle nomine e degli indirizzi per le società partecipate, quali enti strategici per l’erogazione di servizi pubblici per i cittadini.
Un atto con cui abbiamo chiesto di avviare un nuovo corso che attiene soprattutto al metodo di governo, volendo porre in risalto quanto sia fondamentale una politica basata sulle competenze e sulla professionalità di chi è chiamato a ricoprire certi ruoli, oltreché sulla trasparenza nella scelta dei medesimi.
Se prendiamo le nomine degli ultimi anni, vediamo infatti che la procedura prevista nel Regolamento vigente del comune di Firenze non e’ stata rispettata, ma sono state assunte con atto del sindaco senza il preventivo coinvolgimento della commissione controllo. Ma oltre a questo, vediamo che le nomine sono ricadute per lo più su esponenti politici, appartenenti al partito che governa la città o comunque di diretta promanazione del medesimo, tanto che ormai se leggiamo la rassegna stampa anche solo dell’ultimo anno troviamo frasi come “le nomine nelle partecipate servono ad accontentare assessori mancati”, “le nomine nelle partecipate sono il ripiego della politica per accontentare gli appetiti delle correnti” e così via.
Abbiamo allora presentato questo ordine del giorno per chiedere alla nuova Sindaca il rispetto del regolamento vigente, coinvolgendo quindi il consiglio comunale, e poi abbiamo chiesto al presidente del consiglio comunale di attivare una revisione delle norme sulla scia di quelle gia adottate da altre città italiane, perché la nostra preoccupazione deriva dal fatto che i meccanismi di appropriazione partitica di questi enti si sta acuendo ancor più in questi tempi più recenti, con la coincidenza di più ruoli nelle istituzioni o la coincidenza tra ruoli di partito e ruoli nelle partecipate, e la sovrapposizione di vincoli di parentela nella noncuranza di ragioni di incompatibilità, conflitti di interesse o quantomeno di opportunità.
Se guardiamo ai Regolamenti adottati in altre città - come quelli di Torino e di Milano, ma potremmo citarne altri - dove i curriculum e le audizioni preventive da parte dei membri della commissione controllo sono passaggi obbligatori e ovviamente rispettati, vediamo che c’è una grande attenzione a tutti questi temi. E che i regolamenti sono costruiti in ossequio ai principi di legalità, trasparenza e imparzialità della pubblica amministrazione.
Con l’eliminazione del reato d’abuso d’ufficio, se il presidente di una partecipata convoca un proprio dipendente per invitarlo a non andare ad un dato evento politico, pena il rischio del posto di lavoro, non incorre più neppure in detta fattispecie di reato, ma c’è qualcosa che non va, perché sta amministrando un potere e non un servizio pubblico.
Dispiace che la maggioranza abbia bocciato questo nostro atto di indirizzo, ci sarebbe piaciuto veder rivendicato il ruolo del consiglio comunale da tutti i gruppi consiliari, e invece solo i gruppi di minoranza hanno votato tutti compattamente a favore. Noi continueremo comunque a far sentire la nostra voce per una politica che metta al centro scelte basate sulla competenza e sulla trasparenza”. (s.spa.)