Si tratta dell’area verde in via Umberto Maddalena. L’assessore Martini: “Il suo impegno politico, culturale e intellettuale in difesa dei diritti civili ancora d’esempio per tutti noi”
L’area verde di via Umberto Maddalena sarà intitolata a Vaclav Havel, primo presidente della Repubblica Ceca, politico ma anche drammaturgo e poeta. La cerimonia è in programma domani alle 12.
“A dieci anni esatti dalla sua scomparsa, domani Firenze ricorda con orgoglio Vaclav Havel intitolandogli un giardino in prossimità del Polo Universitario di Novoli – dichiara l’assessore alla Toponomastica e Cultura della Memoria Alessandro Martini -. Havel è stato uno straordinario uomo di cultura, tra i grandi intellettuali del ‘900, che ha percorso gran parte del secolo scorso combattendo sempre per i diritti civili. Ha rappresentato, anche pagando di persona, una coerenza di vita e di valori che è d’esempio per tutti. Un intellettuale ma anche un politico che ha condotto il suo paese verso un traguardo di libertà e di democrazia. Con il suo impegno politico, culturale e intellettuale ha saputo diventare un punto di riferimento per il suo paese ma anche per l’Europa intera. La sua vita è stata una testimonianza di passione, dedizione, rispetto per i valori umani e i diritti civili e per questo come Amministrazione abbiamo voluto dedicargli un luogo della città annoverandolo tra quanti saranno ricordati per sempre”.
Alla cerimonia saranno presenti oltre all’assessore Martini, il presidente del Quartiere 5 Cristiano Balli, Giovanna Dani console della Repubblica Ceca in Toscana, Marcel Sauer rappresentante dell’ambasciata della Repubblica Ceca a Roma.
Havel nacque a Praga nel 1936 da una famiglia dell’alta borghesia che subì la nazionalizzazione dei beni dopo l’ascesa al potere dei comunisti. Con difficoltà riuscì a completare gli studi superiori e studiò drammaturgia per corrispondenza. La sua prima opera risale al 1963. I suoi lavori erano fortemente impegnati dal punto di vista politico e a seguito della repressione seguita alla Primavera di Praga, nel 1968 fu bandito dal teatro e iniziò una intesa attività politica culminata con la pubblicazione del manifesto Charta 77. Per la sua attività politica di dissidente passò cinque anni in prigione. Sostenitore della non-violenza, è stato uno dei leader della cosiddetta Rivoluzione di velluto del 1989, come capo del Forum Civico a fine anno fu eletto presidente dell’Assemblea Federale, carica che mantenne anche dopo le libere elezioni del 1990. Si batté per evitare la divisione della Cecoslovacchia, ma dopo la creazione della Repubblica Ceca si candidò con successo alla presidenza nel 1993 e fu rieletto nel 1998. La sua presidenza su caratterizzata da un orientamento politico anticomunista di destra moderata e liberale, favorevole a una economia di mercato e filoamericano. Lasciò la carica nel 2003, anno in cui ha ricevuto il premio Ambassador of Conscience dedicato a chi promuove il lavoro di Amnesty International. Nel 2007 tornò a dedicarsi al teatro. Morì per problemi respiratori nel 2011. (mf)