Sabato 23 ottobre, alle 16:15 in diretta streaming dalla Sala Firenze Capitale, in occasione del Festival “L’Eredità delle Donne Off” organizzato dalla società Dante Alighieri-Comitato di Firenze
“Donna, se’ tanto grande e tanto vali. Giovani studiose a confronto con il sommo Poeta” è l’evento, organizzato dalla società Dante Alighieri-Comitato di Firenze, in occasione del Festival “L’Eredità delle Donne Off”, sabato 23 ottobre, alle 16:15 in diretta streaming dalla Sala Firenze Capitale di Palazzo Vecchio. Ci si potrà collegare al link dedicato alle dirette streaming del Comune di Firenze https://www.youtube.com/DirettestreamingdelComunediFirenze per seguire l’appuntamento.
la Società Dante Alighieri-Comitato di Firenze ha pensato quest’anno di coniugare la celebrazione dell’ingegno femminile con la ricorrenza dei 700 anni della morte del Sommo Poeta, proponendo una riflessione sul dantismo al femminile.
L’evento è costituito da quattro interventi e intende testimoniare la vitalità e la validità dello studio di Dante da parte delle donne, in particolare di giovani studiose.
Nei secoli passati, anche se non lo ricordiamo, le donne hanno sempre letto le opere di Dante. Seppure ignorate dalla critica, scrittrici e poetesse hanno riflettuto sulla Commedia dantesca, imparandola a memoria, interpretandola, portandola a teatro nelle loro improvvisazioni poetiche.
Dopo i saluti del presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani, della presidente della Società Dante Alighieri-Comitato di Firenze Antonia Ida Fontana e del presidente de Il Foyer - Amici della lirica di Firenze Antonio Palma, Elisabetta Benucci riflette sulle storie straordinarie di donne che nei secoli passati hanno letto e interpretato Dante, soprattutto se si considera che la condizione femminile, fino a non molto tempo fa, riteneva le donne inadeguate ad affrontare temi così profondi, spesso riservati esclusivamente a scrittori riconosciuti come esperti dantisti. Non è casuale, infatti, che il primo commento completo alle tre cantiche del poema a curatela femminile veda la luce solo alla fine del Novecento. Verranno pertanto ricordate le figure di alcune pioniere del dantismo al femminile, come le patriote ed educatrici Angelica Palli e Caterina Franceschi Ferrucci.
Esegete di Dante, rimaste nell’ombra, come Ada Negri e Carolina Invernizio che dedicarono al Sommo poeta versi e pagine appassionate. E oggi? La critica e lo studio di Dante è affrontato con successo dalle donne?
La parola dunque passerà a tre giovani studiose, Francesca De Cianni, Elena Felicani, Chiara Murru, impegnate in una ricerca di grande importanza: si occupano infatti della redazione del Vocabolario Dantesco che nasce dalla collaborazione tra l’Accademia della Crusca e l’Opera del Vocabolario italiano – Istituto del CNR. Uno strumento innovativo, pubblicato in rete, consultabile in ogni parte del mondo che permette la piena comprensione del lessico di Dante.
Elena Felicani («Dov’ogne cosa dipinta si vede»: colori e figure della Commedia) illustrerà la bellezza cromatica della lingua del poema, di cui miniaturisti e pittori moderni hanno saputo cogliere e riflettere il senso profondo. Nella Commedia Dante mostra una doppia natura d’artista: è maestro di lingua, che studia e modella, adattando la materia linguistica in forme sempre nuove, ed è maestro del disegno e del colore, dove la penna del poeta diviene pennello del pittore.
Verranno poi analizzate alcune “parole” significativamente usate da Dante nella Commedia. “Felicità”, per esempio: Francesca De Cianni («Felicitando sé di cura in cura»: sul lessico della felicità nella Commedia) ne illustrerà le varie sfumature, la novità e la diversità d’impiego da parte del poeta nelle tre cantiche. Infine Chiara Murru («Che solo amore e luce ha per confine»: le parole della luce nella Commedia) si cimenterà con la parola “luce”, al fine di mostrare la bellezza e la potenza nell’opera dantesca, soprattutto nel Paradiso, del lessico relativo alla luce e alla luminosità.
Gli interventi delle relatrici si alterneranno con gli interventi musicali di Silvia Capra, soprano e Paolo Zampini, flauto. (s.spa.)