“Da qualche giorno, e fino al 19 marzo, a Palazzo Medici Riccardi, è possibile ammirare una mostra dedicata a Carlo Lavi, intellettuale antifascista nato a Torino nel 1902 e morto a Roma nel 1975.
Un’esposizione che sta riscuotendo un grande interesse, prova ne sono i servizi anche sui media televisivi, della quale però mi sembrava importante si parlasse anche in Consiglio, per il patrocino che Firenze – sottolinea il consigliere del Partito democratico Francesco Pastorelli – ha offerto alla mostra e per il legame che la nostra città possiede con Carlo Levi, cui è intitolata, da qualche anno, anche una piazzetta in prossimità di Palazzo Pitti, luogo di “vita sotterranea” dell'autore in tempi di persecuzione nazifascista nel quale fu concepito il romanzo “dell’altro” Carlo Levi, lo scrittore.
La mostra pittorica ci offre quindi un volto diverso dell’autore, ma assolutamente compenetrato nell’altro. Prova ne sia che il Telero, del quale è possibile ammirare una grande riproduzione fotografica, come ha ricordato il presidente della fondazione Amendola, è una sorta di trasposizione su tela del celebre romanzo.
La mostra, curata dal prof. Pino Mantovani, è stata promossa e organizzata dalla fondazione Giorgio Amendola in collaborazione con la fondazione Carlo Levi, il centro per l’Unesco e l'associazione MUS.E. Sono lieto quindi dell’accoglienza e del sostegno che questa ha ricevuto da tanti attori della nostra città.
Ritengo quindi doveroso – aggiunge Francesco Pastorelli – un grande ringraziamento alla Città Metropolitana di Firenze e, in particolare, alla consigliera delegata alla cultura, Letizia Perini, al centro per l’UNESCO nelle persone del presidente Vittorio Gasparrini e del vice Stefano Cosi, nonché alla Regione Toscana, col presidente Giani, che ha subito colto il valore della mostra e contribuito alla riuscita. Ultimo, ma non ultimo, il nostro Comune che ha convintamente offerto il proprio patrocino ad una iniziativa che sta riscuotendo notevole successo e che invito tutti a visitare.
Anche il luogo prescelto mi sembra carico di significato, trattandosi di quel Palazzo Medici Riccardi che, per l’intellettuale antifascista Levi, fu sede del Comitato di liberazione nazionale e che lo vide protagonista di quella pagina buia di persecuzioni, ma anche della rinascita e del grande riscatto della libertà e della democrazia che passò anche da Firenze liberata.
A tutti è noto che il “Cristo si è fermato a Eboli” fu scritto a Firenze, in breve tempo, nel 1943 – 1944 quando Carlo Levi viveva nascosto in casa della signora Ichino, nella paura dei rastrellamenti della Gestapo ma anche ripensando alle esperienze di vita, a quel meridione in cui la società agraria non voleva più rassegnarsi a una condizione servile e arretrata e bramava condizioni di vita migliori.
Il Telero non è solo un omaggio alla Lucania ma è la rappresentazione di quel sentimento di “esilio” (lui esiliato dalla propria terra, loro, esiliati in quanto slegati dalla terra che coltivano ma che non gli appartiene), di un sentire condiviso che Levi porta con sé e che prosegue nell’attenzione, attualissima, agli ultimi, al popolo di emigranti che lascia la propria casa per trasferirsi altrove in cerca di una vita migliore. Ne sono testimonianza i quadri che, nell’allestimento, concludono la mostra, quali “l’addio dell’emigrante” e “ancora galleggiante”.
Un evento culturale – conclude il consigliere PD Francesco Pastorelli – davvero di spessore che merita certamente di essere visitato”. (s.spa.)