Questo l’intervento di Donata Bianchi, presidente commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione
“È guerra nella regione del Tigray. Le popolazioni civili sono al solito le più esposte, donne, bambine e bambini. Violenza di guerra e brutali uccisioni e stupri. Com'è stato osservato da più parti, il coinvolgimento dell’Eritrea nella guerra tra governo federale etiope e TPLF è molto preoccupante, perché rischia di allargare il conflitto fuori dai confini nazionali etiopi e di destabilizzare l’intero Corno d’Africa, che oltre a Etiopia ed Eritrea comprende Gibuti e Somalia. Etiopia ed Eritrea avevano siglato un accordo di “riconciliazione” nel 2018 dopo 20 anni di guerra e tensioni. L’intesa era valsa ad Abiy Ahmed il Premio Nobel per la pace. Di nuovo guerra.
Il governo italiano, il Ministero degli esteri, devono assumere una posizione ufficiale, avere un ruolo per sedare il conflitto e spingere l'unione europea e l'ONU a fare la loro parte. La situazione sta degenerando di giorno in giorno. Anche le iniziative di pace dal basso contano. Mayors for peace ne fu un esempio”. (fdr)