Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani ha ricordato Nelson Mandela

“104 anni fa, il 18 luglio 1918, in un villaggio del Sudafrica, sotto dominio inglese, nasce Rolihlahla Mandela, del clan Madiba. Il padre era consigliere del Re. La famiglia di Mandela – ha detto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – apparteneva all’élite, ma la sua casa natale, pubblicata nel sito della Nelson Mandela Fondation, era poco più di un’ampia capanna.

Nel 1913 con la legge del Native Land Act, che vietava agli Africani di possedere la terra al di fuori delle riserve, si creavano i presupposti del sistema dell’apartheid.

Da piccolo Mandela frequenta una scuola elementare della Chiesa Battista, durante la quale la sua insegnante gli impone il nome inglese di Nelson, come da diffusa consuetudine dell’universo coloniale africano. Pur rimanendo orfano del padre a dodici anni, la sua famiglia allargata gli permette di completare la sua formazione fino all’università. Studia legge.

La formazione europea acquisita in questo percorso scolastico, reso possibile non dalla Stato, ma dalle istituzioni religiose, s’innesta nella sua cultura profonda africana, di tradizione orale, a partire dai racconti degli anziani sulla resistenza contro l’occupazione coloniale. Scriverà a posteriori Mandela: “Ho fatto tutto ciò che ho fatto, sia come individuo, sia come leader del mio popolo, grazie alla mia esperienza in Sudafrica e al mio background africano orgogliosamente sentito”.

L’adesione, nel 1944, all’African National Congress, una sorta di Comitato di liberazione nazionale, è decisiva nella vita di Mandela, che ne diventa rapidamente un dirigente di primo piano.

Nei primi anni Sessanta, di fronte alla sanguinosa repressione di ogni forma di protesta, dopo alcuni anni di clandestinità, è arrestato assieme ad altri nove dirigenti dell’ANC e, nel giugno del 1964, è condannato all’ergastolo e rinchiuso nel carcere di Robben Island. Il carcere, grazie all’intelligente azione di Mandela, diventerà un luogo di scambio e formazione per i prigionieri politici; al faticoso lavoro nelle cave di calce e nei pozzi delle miniere seguivano lezioni regolari, organizzate in segreto, durante le quali si studia la Bibbia, il Corano, il Capitale, ma anche le tragedie di Shakespeare.

Nei lunghi anni della prigionia – ha aggiunto Milani – Mandela riscopre e approfondisce la filosofia e la pratica diffusa nell’Africa precoloniale, “In Africa esiste un concetto chiamato Ubuntu, il cui senso profondo è che noi siamo uomini solo grazie all’umanità altrui e che se, in questo mondo riusciamo a realizzare qualcosa di buono, il merito sarà in egual misura anche del lavoro e delle conquiste degli altri”.

Il 10 dicembre del 1993, l’assegnazione del premio Nobel per la pace congiuntamente a Nelson Mandela e a Frederik Willem de Klerk, il presidente del Sudafrica che, tre anni prima, lo aveva rilasciato dopo 27 anni di prigionia, concordando con lui una transizione al governo della maggioranza, al fine di fare del Sudafrica una pacificata “nazione arcobaleno”.

I due premiati negoziano lo smantellamento del regime dell’apartheid e l’introduzione del suffragio universale; l’anno successivo, a seguito delle prime elezioni libere, il leader carismatico dell’African National Congress è trionfalmente eletto presidente della Repubblica.

Finito il primo mandato, nel 1999, nonostante le molte pressioni, si ritira dalla vita politica attiva, divenendo, grazie anche al suo prestigio interno e internazionale, un’icona della lotta contro le ineguaglianze economiche e per la difesa dei diritti umani. Mandela muore nel 2013, all’età di novantacinque anni, per un’infezione polmonare dovuta alle condizioni igieniche e alimentari degli anni della prigionia.

Da Mandela – ha concluso il presidente del consiglio comunale Luca Milani – abbiamo imparato che è possibile cambiare quel che sembra impossibile, che ci sia di lezione per questa ennesima guerra. Firenze ricorderà sempre il suo cittadino onorario, insignito del Fiorino d’Oro. Firenze è l’unica città italiana ad avere un palazzetto dello sport a lui dedicato ed ha anche un bellissimo murale realizzato da Jorit”. (s.spa.)

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