“Viene celebrata ogni 20 giugno, la Giornata Mondiale del Rifugiato, per commemorare l’approvazione, nel 1951, della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell’Assemblea generale dell’Onu. È stata celebrata per la prima volta il 20 giugno 2001, nel cinquantesimo anniversario della suddetta Convenzione.
Il numero di persone costrette a fuggire nel 2022 – ricorda il presidente del consiglio comunale Luca Milani – ha raggiunto il livello record di oltre 108 milioni, con un aumento senza precedenti di 19,1 milioni rispetto all’anno precedente.
Il rapporto Global Trends dell’Unhcr registra poi che anche nell’anno in corso il fenomeno non mostra segni di rallentamento.
Del totale globale delle persone sfollate, 35,3 milioni sono rifugiati, persone che hanno attraversato un confine internazionale in cerca di sicurezza, mentre il gruppo più numeroso (il 58%, vale a dire 62,5 milioni di persone) è quello degli sfollati all’interno dei loro Paesi a causa di conflitti e della violenza. Ovviamente non si tratta di migranti economici ma di persone che secondo la convenzione di Ginevra godono dello status di rifugiati perché fuggono da conflitti o temono a ragione di essere perseguitate per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le loro opinioni politiche.
Un dato messo in evidenza nel rapporto e che smentisce molte narrazioni sull’impegno degli Stati ospitanti è quello che conferma che a subire l’onere più alto dell’assistenza sono proprio i Paesi più poveri del mondo. Sono infatti gli Stati a medio e basso reddito ad ospitare la maggior parte delle persone in fuga. Il Global Trends dell’Onu spiega che i 46 paesi meno sviluppati rappresentano meno dell’1,3% del prodotto interno lordo globale, eppure ospitano più del 20% di tutti i rifugiati. Segnala inoltre che nel 2022 i fondi disponibili per far fronte alle molte crisi di rifugiati in corso e per sostenere le comunità che li ospitano è stato molto inferiore alle necessità e rimane a tutt’oggi insufficiente nel 2023, nonostante i bisogni umanitari crescenti.
La strada da seguire è quindi quella del perseguimento della pace, attraverso una politica estera complessiva dell’Unione europea e delle Nazioni unite con fondi per la cooperazione e lo sviluppo. Solo quando si arriverà a promuovere equità sociale, giustizia e libertà – conclude il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – si potrà raggiungere la pace vera e duratura e le persone potranno giustamente rimanere nel proprio paese ed occuparsi del progresso e dello sviluppo dei propri territori, auspicando che la tutela ambientale sia la linea guida di tutte le politiche di sviluppo”. (s.spa.)