“Nel merito confrontare dati estivi con dati invernali è da prestigiatore”
“Se il sindaco Nardella doveva trovare un modo per fare il bilancio della sua ordinanza contro la prostituzione ha scelto il peggiore dal punto di vista comunicativo: se la canta e se la suona in famiglia. Per dimostrare il successo del suo operato – spiegano i consiglieri di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi e Donella Verdi – ha chiamato come esponente dell'associazionismo una Consigliera del Pd a osannare i risultati, ovviamente positivi per loro. Nardella non è riuscito a trovare nessun'altra persona delle associazioni disposta a metterci la faccia? Allora, tutti questi risultati forse non ci sono stati ed è solo l'ennesimo spot propagandistico che gli è scoppiato in mano e a cui cerca di mettere una pezza”.
“Dopo soli 6 mesi, dopo aver corretto l'ordinanza due volte, e dopo che gli effetti dell'ordinanza sullo sfruttamento delle ragazze e della prostituzione è tutto da dimostrare, oggi Nardella mette una pietra tombale annunciando che lo strumento dell'ordinanza ha dato un contributo al contrasto dello sfruttamento della prostituzione e della tratta: peccato che a tempo e senza alcun risultato, tutto da dimostrare, ottenuto strutturalmente”.
“Nel merito poi dei dati, come spesso capita sono stati distorti per opportunità politica: confrontare i dati estivi delle presenze della prostituzione in strada con dati del periodo invernale è da prestigiatore. Ma il premio della peggiore anche in questo caso se lo aggiudica la consigliera Serena Perini che, mentre era in conferenza stampa al fianco del sindaco a tessere le lodi dell'ordinanza così tanto bella vista la sua esperienza sulla strada con l'associazione di cui è referente amministrativa per la Regione Toscana, sarebbe dovuta essere a presiedere la Commissione di cui è Presidente. Si decida: la nostra massima stima se ha deciso di abbandonare lo scanno di Palazzo Vecchio per impegnarsi nell'associazionismo a tempo pieno, ma certo entrambe le cose senza onorare l'impegno con i cittadini della propria città non possiamo permetterlo. Perlopiù – concludono Grassi e Verdi – quando è lei stessa a dover decidere orario e sede della commissione presieduta”. (s.spa.)