Parte la campagna per una soluzione politica per il Kurdistan. Luca Milani (Presidente Consiglio Comunale): “Da Palazzo Vecchio rilanciamo il rispetto dei diritti umani”

Il Consiglio comunale ha sempre sostenuto la causa del popolo del Kurdistan, tentando di creare una convivenza pacifica in quella regione; giusto a maggio scorso nel Salone de ‘200 è stato attribuito il riconoscimento del Giglio d’oro alla memoria dell'attivista Hevrin Khalaf uccisa in un agguato nel 2018.

Da Firenze, insieme ad altre 70 città europee, il movimento di liberazione curdo chiede di riportare l’attenzione sul conflitto che agita da ormai oltre 40 anni il Kurdistan, una regione del Medio Oriente a cavallo tra Turchia, Iraq, Siria ed Iran. Una soluzione politica per la questione curda unisce movimenti sociali, partiti politici, Comuni, sindacati, attivisti, associazioni nella convinzione che una soluzione politica giusta democratica sia possibile.

Quale segnale di distensione e di vera ricerca del dialogo, sarebbe utile consentire la partecipazione al leader curdo Abdullah Ocalan, riconosciuto dai 20 milioni di curdi che risiedono in Turchia quale proprio rappresentante.

Ocalan ha 74 anni ed ha trascorso 24 anni in prigione. Da 29 mesi non ci sono notizie sullo stato di salute di Abdullah Ocalan e delle altre tre persone detenute nella stessa struttura: Omer Hayri Konar, Veysi Aktas e Hamili Yildrim.

“Da Palazzo Vecchio – spiega il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – abbiamo rilanciato il rispetto dei diritti umani sempre e dovunque, la Toscana dal 1786 con editto di Pietro Leopoldo ha abolito la pena di morte ed eliminato ogni forma di tortura dalla sua legislazione.

Oggi dobbiamo avere il coraggio di intraprendere strade nuove, strade non ancora percorse che trovino nel riconoscimento reciproco, nel dialogo, nel confronto la forza per arrivare a soluzioni condivise.

Siamo in una fase dove il mondo deve ripensare le proprie politiche globali per una pace vera e duratura e per la salvaguardia del pianeta, invece l'uso delle armi e della violenza sembra avere il sopravvento sulla diplomazia ed il dialogo.

Questa campagna – prosegue Milani – nasce anche per la preoccupazione sullo stato di salute di Ocalan, il suo trattamento, in isolamento senza contatti con l’esterno è insostenibile; il leader curdo deve poter incontrare i suoi avvocati e la sua famiglia e deve essere messo nelle condizioni che gli consentano di svolgere un ruolo nella ricerca di una soluzione politica giusta e democratica al decennale conflitto curdo in Turchia.

All’appello erano presenti Alessandro Orsetti padre di Lorenzo, ucciso in combattimento per il popolo curdo, i rappresentanti del Coordinamento Toscana per il Kurdistan, Manfredi Lo Sauro per ARCI Firenze e Dario Salvetti”. (s.spa.)

Soluzione politica per il Kurdistan
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