Non salvare chi naufraga è un crimine, lasciarlo morire in mare è un crimine, non aprire i nostri porti è un crimine, riportare i naufraghi in un luogo (la Libia) che non è un porto sicuro (ovvero dove vengono garantiti i diritti umani) è un crimine. Una politica disumana che ha preso il via con i lager nel deserto libico con il Ministro dell'Interno Minniti e che in questi mesi, con Salvini, sta raggiungendo limiti mostruosi.
Abbiamo deciso di denunciarla con la rielaborazione dell'immagine simbolo di questa tragedia, gli occhi di Josepha, la donna del Camerun, rimasta per due giorni in mare sostenendosi a galla grazie ad un pezzo di legno, prima che i volontari di Open Arms la ritrovassero al largo della Libia. L'immagine rielaborata dal grafico Alessandro Dilaghi che alleghiamo campeggerà su manifesti, locandine e magliette. Con un messaggio molto semplice - STOP CRIMINI, Salvare i naufraghi e Aprire i porti, e sarà lo strumento per incontri e porta a porta in città, perché come l'Italia non è Salvini, così Firenze non è questo senso comune razzista che oggi è in primo piano (messaggio amplificato dalle azioni e dichiarazioni del sindaco Nardella, le pulsioni peggiori non si blandiscono).
I Manifesti saranno affissi negli spazi pubblici comunali nelle prossime settimane, sono già in affissione dentro le sedi associative e da fine mese chiederemo a negozi e pubblici esercizi. Così come le magliette. La campagna è promossa da Firenze Città Aperta, associazione politica di recente costituzione che vuole essere il Cantiere della sinistra Fiorentina e protagonista della prossima scadenza elettorale, con il gruppo consiliare Firenze Riparte a Sinistra, presente in Consiglio comunale dal 2014.
Lavoreremo perché questa campagna sia adottata da esperienze politiche e rilanciata nei comuni della nostra provincia, della nostra regione (con il sostegno del gruppo regionale Si Toscana a Sinistra di Fattori e Sarti) ed a livello nazionale. Gli occhi di Josepha non permettono a nessuno di girarsi dall'altra parte o di dire Non sono razzista MA. (s.spa.)