“Anche Lidia Menapace ha iniziato il suo ultimo viaggio dopo una vita vissuta con intensità fino all'età di 96 anni.
Lidia Menapace – ricorda la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è stata un punto di riferimento per tanti uomini e donne impegnati nel cattolicesimo di base, nella politica democratica di sinistra, nel movimento pacifista, nel movimento femminista. Una molteplicità di identità legate dalla coerenza e curiosità verso il mondo. Staffetta partigiana, testimone della Resistenza nel 2011 entrò a fare parte del Comitato Nazionale dell'Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Fu Presidente, molto osteggiata, della Commissione parlamentare d’inchiesta sull'uranio impoverito, un percorso di verità rimasto sospeso.
Menapace non cessò mai di ricordare l’importanza del linguaggio sessuato come strumento fondamentale contro il sessismo, «[…]Poiché ho ribattuto che possiamo cominciare a sessuare il linguaggio nei miliardi di volte in cui si può fare senza nemmeno modificare la lingua, e poi ci occuperemo dei casi difficili, ecco subito di nuovo a chiedermi perché mai mi sarei accontentata di così poco. Se è tanto poco, dicevo, perché non si fa?
Non si fa perché il nome è potere, esistenza, possibilità di diventare memorabili, degne di memoria, degne di entrare nella storia in quanto donne, non come vivibilità, trasmettitrici della vita ad altri a prezzo della oscurità sulla propria. Questo è infatti il potere simbolico del nome, dell’esercizio della parola. Trasmettere oggi nella nostra società è narrarsi, dirsi, obbligare ad essere dette con il proprio nome di genere» (Parole per giovani donne, 1993).
Da alcuni giorni - conclude la presidente Donata Bianchi – era ricoverata per Covid nel reparto di malattie infettive dell'ospedale di Bolzano.
Buon viaggio Lidia”. (s.spa.)