Six Underground, Grassi (Frs): “Bocciate le esplosioni agli Uffizi e il fumo oleoso nei musei. Queste erano alcune delle richieste della produzione che sarà proprietaria di Firenze per oltre un mese. I nodi vengono al pettine”

“Doppie riprese e doppio fastidio alla cittadinanza, gli attori erano in vacanza?”

Che le riprese di una produzione internazionale siano una occasione di visibilità, promozione e ritorno economico per la città che le ospita è indubbio, ma certo bisogna trovare il giusto equilibrio tra cittadinanza e esigenze cinematografiche. Ci pare di vedere che chi dal 14 agosto al 22 settembre si accamperà a Firenze per il film Six Underground non abbia né rispetto e neppure pudore nel chiedere e pretendere che la Città sia a propria disposizione” afferma il Capogruppo Tommaso Grassi. “Premesso che Firenze e le sue istituzioni culturali di visibilità e promozione non hanno certo bisogno grazie alle produzioni cinematografiche e che di ritorno economico, almeno per il Comune – aggiunge Grassi – sarà sempre troppo poco rispetto al valore della storia, dei monumenti e delle immagini che Firenze può offrire, riteniamo che questa volta si sia superato ogni limite”.

“Dalla lettura di documenti ufficiali del Comune, ma che continueremo ad acquisire nei prossimi giorni, la produzione aveva proposto e Comune e Galleria degli Uffizi hanno, per fortuna, bocciato, di realizzare una esplosione nel cortile degli Uffizi e di usare del fumo artificiale, fin troppo oleoso secondo i tecnici comunali da essere sopportabile un suo impiego, nei musei comunali e statali. Su questo siamo contenti che il Comune abbia almeno bloccato queste ipotesi. Ma come si può pensare che una produzione che proponga queste azioni, e chissà quante altre invece sono state autorizzate, possa rispettare prima di tutto la Città, la sua storia e il suo patrimonio architettonico e di persone? Ne è la dimostrazione che, viene reso palese, che la produzione dichiara che è stato necessario individuare due momenti per effettuare le riprese, uno ad agosto e uno a settembre, perché solo nel mese di settembre saranno disponibili i veri attori, sostituiti nella prima fase da stuntman. Questo – prosegue Grassi – significa girare alcune scene due volte, impegnando le strade e piazze di Firenze due volte. Forse fare tutto in una volta avrebbe significato non permettere le ferie ad attori VIP? Per quanto prendono avremmo preferito non mandare loro in vacanza, che rendere terrificante il rientro ai fiorentini e la visita di Firenze ai turisti”.

“Non parliamo poi di elicotteri e droni sulla Città per i quali viene dato un gran risalto nel programma di riprese. Così per non parlare dei provvedimenti della mobilità: chiuse strade e piazze, realizzati set e campi base della durata di oltre un mese: avevamo pensato di aver toccato il massimo con le riprese di Inferno ma qui abbiamo superato abbondantemente. Basti pensare che se per Inferno i provvedimenti alla mobilità erano contenuti in un documento di 30 facciate, in questo caso con Six Underground superiamo le 70 pagine” continua Grassi. “Dal Comune parlano di beneficio per le attività: di cosa stanno parlando? Di quello di esser pagate per star chiuse? Non abbiamo parole. Oppure si ritiene che alberghi e ristoranti del centro tra agosto e settembre possano essere vuoti senza questa produzione: consigliamo a chi crede che sia così di uscire e farsi un giro in Città. Da un'amministrazione comunale – conclude Grassi – pensiamo che quando si parla di ritorno economico non si parli né dei 100mila euro che riceverà il Comune per il disturbo, e neppure i 500 euro dati ai negozi per star chiusi”. (s.spa.)

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