La Sala Conferenze Sibilla Aleramo della Biblioteca delle Oblate ospita venerdì 8 giugno alle 17 la presentazione del libro di Antonietta Langiu “Tessiture di donne” (Manni, 2017). Sarà presente l'autrice Antonietta Langiu, la presidente della Commissione Cultura e Sport del Consiglio Comunale di Firenze Maria Federica Giuliani e l'architetta Pasqualina Musina, in collaborazione con A.C.S.I.T., Associazione Culturale Sardi in Toscana.
“Un libro profondo ricco di sentimenti – commenta la presidente Giuliani – capace di commuovere e conquistare, con un velo di malinconia e di rimpianto per la vita che scivola via ma che rimane dentro di noi e di cui è difficile interpretarne le risposte”
Tessiture di donne di Antonietta Langiu è un romanzo a due voci che si alternano: la voce dell’autrice e la voce di Lisa, una donna tormentata, che irrompe nella vita della scrittrice cercando in lei un’ascoltatrice capace di accogliere lei e la sua storia, ascoltare con pazienza, senza emettere sentenze.
È anche una storia di viaggi fatti non solo di luoghi, ma anche di persone, di pensiero, di arte e di poesia in un grande telaio di fili tesi e intrecciati dalle mani delle due protagoniste, sorrette e mescolate dalla presenza-assenza di Joyce Lussu, la grande Sibilla degli Appennini, amica e esempio di vita; dalle abili dita, dai colori, dai materiali della terra e della casa dell’artista sarda Maria Lai; dal pensiero di Gandhi e di Le Corbusier, entrambi “architetti” di pace.
È una storia in cui la lingua, le parole contano perché difficili, impossibili a dirsi, come nell’infanzia di Lisa; perché accompagnano la vita, i momenti duri o magici, come nei racconti della nonna e della madre di Antonietta o nella trasmissione disas paraulas, parole di mistero e sanazione; o quelle dei versi di grandi poeti, come il poeta indiano Maka AbrahamoKonstantino Kavafis; o come Nazim Hikmeto Ho Chi Min.
Storie parallele, in particolare di tre donne, fragili e deboli ma anche forti e coraggiose alla ricerca del senso della vita e il viaggio ne diventa spesso un mezzo. In tempi e luoghi diversi, le donne si confrontano senza giudicarsi, si comprendono.
Un filo sottile ma saldo le lega, le riporta alle origine sarde, a quel sapere orale delle antiche matriarche dotate di saggezza e dignità. (s.spa.)