"Con la piccola apertura ad eventi cittadini, data la stura perché ricconi e grandi gruppi possano farsi belli affittando il nostro patrimonio"
Questo l'intervento del consigliere del gruppo Firenze riparte a sinistra Giacomo trombi e della consigliera Donella Verdi
"Approvato dal Consiglio Comunale un regolamento grazie al quale, con la scusa della giusta apertura nei confronti degli eventi legati ad associazioni e iniziative locali, sarà possibile però affittare le nostre sale monumentali per eventi anche di natura commerciale e pubblicitaria.
Crediamo che la città di Firenze non abbia bisogno dei pochi spiccioli che verranno dati per prendere in affitto beni di valore incommensurabile. Crediamo che nessuno, per quanto possa esser famoso e comunicativamente efficace, possa produrre alcun miglioramento apprezzabile dell’immagine di Firenze nel mondo in virtù dell’evento che organizza. Forse ne hanno bisogno alcuni politici locali, questo lo possiamo capire, ma ciò non giustifica impegnare i nostri gioielli di famiglia al banco dei pegni, sottraendo un bene, anche solo temporaneamente, alla collettività. Magari impedendo a qualcuno di poterli vedere di persona nell’unica occasione che ha, per poter permettere a qualche riccone di turno di farsi bello avendo in modo esclusivo un bene di questa bellezza e valore. Dissero di no gli ZZ top nel 1984 quando fu chiesto loro di tagliarsi la barba in uno spot pubblicitario e un milione di dollari valevano parecchio: il PD fiorentino non è riuscito a fare altrettanto, evidentemente.
Bocciati tutti i nostri emendamenti, con i quali abbiamo chiesto di escludere la possibilità di affittare le nostre sale monumentali per eventi commerciali e pubblicitari, che chiedevano di ridurre al massimo il disagio arrecato alla fruibilità degli ambienti, e di eventualmente chiudere i percorsi museali solo in casi particolari legati all’interesse pubblico o alla pubblica sicurezza.
Chiederemo con un ordine del giorno che in ogni caso venga verificata e sancita la conformità dei provvedimenti di concessione rispetto ai criteri espressi nella sentenza della Corte dei Conti 96 del 2014, così da poter meglio esercitare la nostra funzione di controllo". (fdr)