Di ritorno dalla visita istituzionale a Mauthausen il presidente del Consiglio comunale Luca Milani ha letto, il Giuramento di Mauthausen: “Si aprono le porte di uno dei campi peggiori e più insanguinati: quello di Mauthausen. Stiamo per ritornare nei nostri paesi liberati dal fascismo, sparsi in tutte le direzioni. I detenuti liberi, ancora ieri minacciati di morte dalle mani dei boia della bestia nazista, ringraziano dal più profondo del loro cuore per l'avvenuta liberazione le vittoriose nazioni alleate, e salutano tutti i popoli con il grido della libertà riconquistata. La pluriennale permanenza nel campo ha rafforzato in noi la consapevolezza del valore della fratellanza tra i popoli.
Fedeli a questi ideali giuriamo di continuare a combattere, solidali e uniti, contro l'imperialismo e contro l'istigazione tra i popoli. Così come con gli sforzi comuni di tutti i popoli il mondo ha saputo liberarsi dalla minaccia della prepotenza hitleriana, dobbiamo considerare la libertà conseguita con la lotta come un bene comune di tutti i popoli. La pace e la libertà sono garanti della felicità dei popoli, e la ricostruzione del mondo su nuove basi di giustizia sociale e nazionale è la sola via per la collaborazione pacifica tra stati e popoli. Dopo aver conseguito l'agognata nostra libertà e dopo che i nostri paesi sono riusciti a liberarsi con la lotta, vogliamo: conservare nella nostra memoria la solidarietà internazionale del campo e trarne i dovuti insegnamenti;
percorrere una strada comune: quella della libertà indispensabile di tutti i popoli, del rispetto reciproco, della collaborazione nella grande opera di costruzione di un mondo nuovo, libero, giusto per tutti;
ricorderemo sempre quanti cruenti sacrifici la conquista di questo nuovo mondo è costata a tutte le nazioni.
Nel ricordo del sangue versato da tutti i popoli, nel ricordo dei milioni di fratelli assassinati dal nazifascismo, giuriamo di non abbandonare mai questa strada. Vogliamo erigere il più bel monumento che si possa dedicare ai soldati caduti per la libertà sulle basi sicure della comunità internazionale: il mondo degli uomini liberi!
Ci rivolgiamo al mondo intero, gridando: aiutateci in questa opera!
Evviva la solidarietà internazionale!
Evviva la libertà!”.
A Mauthausen erano internati antinazisti, intellettuali, asociali, oppositori politici, testimoni di Geova, ma anche ebrei, rom, omosessuali, “vite indegne”, ovvero disabili, che furono assassinati nel Castello di Hartheim, criminali comuni, "irriducibili", provenienti da tutti quei paesi che la Germania nazista via via occupò durante la seconda guerra mondiale, giudicati pericolosi per la sicurezza del Reich.
Vi giunsero anche gli ebrei, provenienti dalle marce della morte dal Campo di concentramento di Auschwitz e da altri campi.
Mauthausen cominciò a funzionare come “fabbrica della morte” nel 1940 che portò in pochi anni, a una cifra accertata di circa 128.000 vittime. Doveva esser fatto continuamente posto per i continui numerosi arrivi di altri condannati a morte, cosicché al deportato non era concesso vivere oltre il limite massimo stabilito di 2-3 mesi. Doveva morire dopo essersi letteralmente consumato, ridotto a uno scheletro vivente di qualche decina di chili di peso.
Dopo gli scioperi del 3-4 marzo del 1944 ed i successivi rastrellamenti circa 1.000 uomini furono deportati da Firenze provenienti da diverse città come Prato, Empoli, Pisa.
Dal 2009 un patto di fratellanza, ci lega alla città di Mauthausen promosso da ANED sezione di Firenze, che da tanti anni organizza con il Comune e la Città Metropolitana il viaggio a Mauthausen ed ai sotto-campi satelliti. Questi viaggi culminano con la partecipazione alla cerimonia Internazionale per la liberazione del campo del 5 maggio 1945.
Quest’anno la cerimonia si è svolta solo in forma Istituzionale con la Presenza del Gonfalone della città ed una delegazione di persone di ANED che ringrazio per aver chiesto la presenza della Presidenza del Consiglio comunale.
Tutti ci auguriamo che per il prossimo anno possano ripartire le attività con le scuole perché vedere, rendersi conto in prima persona è capire cosa realmente è stato commesso in quei luoghi da uomini verso altri uomini.
Così voglio raccontarvi la storia di Boris Romantschenko, 96 anni, sopravvissuto ucraino ai lager nazisti di ben 4 campi da Buchenwald, a Bergen-Belsen.
Era stato catturato nel 1942 dai nazisti in quanto comunista sovietico. Testimone dell’orrore dei campi nazisti ha passato il resto della sua vita a raccontare ai ragazzi quanto ha visto e patito personalmente dall’oppressione nazista.
Un missile ha colpito la sua casa, Boris ormai vecchio e malato non poteva abbandonare il suo letto nella sua casa; è morto a Kharkiv il suo appartamento è bruciato come il resto del palazzo. Il 12 aprile 2015 pronunciò il giuramento di Buchenwald in russo sull’ex piazza dell’appello del campo di concentramento: “Costruire un nuovo mondo di pace e libertà è il nostro ideale!”.
Al comitato Internazionale di Mauthausen è stato proposto che sia il campo di sterminio di Mauthausen la sede dei colloqui di pace tra Russia e Ucraina, quel luogo che ha visto, all’epoca un solo popolo con il più alto numero di prigionieri, promuovere il giuramento del campo proprio in occasione del primo contingente, il 16 maggio 1945, a lasciare il campo... il contingente russo”. (s.spa.)