“Sono passati trentuno anni dal massacro di Piazza Tienanmen. Il triste anniversario – ricorda il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – cade mentre ad Hong Kong si combatte di nuovo per i diritti civili dopo l’imposizione di Pechino di una legge che reprime ogni libertà. Purtroppo niente appare mutato rispetto ad allora.
In quel 1989 la caduta del muro di Berlino aveva dato coraggio a migliaia di cinesi che scesero in piazza contro il regime comunista. E’ dovere civico ricordare quel 4 giugno di trentuno anni fa perché la cosa peggiore della carneficina di Tienanmen è il numero imprecisato dei morti. Si va dalle poche centinaia della versione governativa, alle migliaia denunciate dagli studenti. E’ calata una cappa di paura sulla strage, vietato parlarne da trentuno anni. Il regime totalitario continua a calpestare diritti elementari (parola, opinione, riunione, associazione, stampa, religione), non permette Facebook, Twitter, Whatsapp, Instagram, Google, Yahoo, Youtube e continua a calpestare i diritti di chi protesta ad Hong Kong mentre l’Unione Europea non riesce ad intervenire in maniera diretta e critica. Trentun anni dopo – conclude il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – io sto ancora dalla parte del ragazzo, con le buste della spesa in mano, che bloccò per due minuti il carro armato in piazza Tienanmen”. (s.spa.)