“A mezzo secolo di distanza dall’approvazione della norma fondamentale che portò “la Costituzione nelle fabbriche”, poiché nessun luogo di lavoro poteva essere una zona franca da quei principi fondanti del nostro diritto costituzionale che sono la libertà e la dignità della persona, riflettere sull’attualità delle norme dello Statuto dei Lavoratori – ha spiegato la consigliera del Partito Democratico Barbara Felleca in Consiglio comunale – impone a noi tutti una riflessione ed un monito per il nostro agire politico.
Libertà di opinione, divieto di indagine, non discriminazione, l’affermazione della presenza dei sindacati nei posti di lavoro, per svolgere un ruolo di sentinella a garanzia dei lavoratori, sono il filo rosso che collega le norme dello Statuto dei lavoratori, un articolato chiaro, puntuale, che ha reso effettive le garanzie relative al lavoro espresse nella nostra Costituzione.
Il Presidente Mattarella ci ha ricordato che “… dal lavoro, dalla sua dignità e qualità, dipende il futuro del Paese e dell'Europa. Senza diritto al lavoro e senza diritti nel lavoro non ci può essere sviluppo sostenibile”.
Ed allora dobbiamo riflettere, dopo mezzo secolo di Statuto, sui tanti lavoratori che continuano a morire sui luoghi di lavoro (l’ultima vittima a Scandicci, pochi giorni fa); della deregolamentazione del mercato del lavoro che ha visto proliferare una miriade di forme contrattuali che fanno sì che la fattispecie del lavoro subordinato non sia più la regola universale per il lavoro dipendente (spesso si è lavoratori dipendenti e contrattualmente autonomi).
Durante questi mesi di emergenza abbiamo scoperto qual è la dimensione della platea del “lavoro informale”, dei giovani, dei precari, dei lavoratori flessibili e tutto il variegato mondo dei lavoratori “non standard”: un lavoro povero, precario, invisibile.
Ecco che diventa centrale l’agire politico, che deve orientare il legislatore (che deve intervenire prima della magistratura), per sancire che i diritti della persona che lavora sono universali ed inalienabili, e devono riguardare tutti, a prescindere dal tipo di contratto che gli viene applicato; esigenza che aveva intravisto già Marco Biagi più di 20 anni fa con il suo progetto di “Statuto dei nuovi lavori”.
Serve allargare le protezioni alle categorie escluse, porre l’accento sulla sicurezza dei lavoratori, sulla necessità di avere pari opportunità tra donne e uomini nel mondo produttivo, conciliare attività lavorativa e ménage familiare; va riportato al centro il diritto soggettivo ad una formazione permanente anche svincolata dalle mere esigenze produttive; investire su scuola e università pubbliche, formazione e competenze; per evitare le delocalizzazioni, battersi per una fiscalità omogenea a livello europeo.
Serve ripensare e riprogrammare modalità e rapporti di lavoro, avendo sempre come stella polare la giustizia sociale e la dignità del lavoro, poiché chi lavora è molto più che una semplice risorsa.
Lo Statuto - ha concluso la consigliera PD Barbara Felleca – pone dei valori che non devono mutare, mentre e compito della politica trovare soluzioni che devono mutare con l’evolversi dei tempi.
Onorare lo spirito riformista dello Statuto dei lavoratori significa adattarlo al mondo che cambia”. (s.spa.)