Firenze riparte a sinistra e Potere al Popolo aderiscono e invitano a partecipare
Questa mattina a Palazzo Vecchio le consigliere Donella Verdi (Firenze riparte a sinistra) e Miriam Amato (Potere al Popolo) hanno presentato la campagna di mobilitazione in sostegno del popolo kurdo e per promuovere la partecipazione alla Manifestazione nazionale di sabato 16 febbraio a nome dei rispettivi gruppi.
Questo il comunicato di presentazione dell'iniziativa
"Corteo nazionale a Roma Sabato 16 febbraio per dare voce alla richiesta di pace e di libertà di Leyla Guven e di tutti i kurdi in sciopero della fame per la fine dell’isolamento di Abdullah Ocalan.
La conferenza stampa di oggi si inserisce in una serie di iniziative e mobilitazioni organizzate da numerose realtà politiche e studentesche della nostra città per informare e dare voce su quanto sta accadendo in Rojava, nel nord della Siria, e in Turchia, alla luce degli ultimi sviluppi del conflitto siriano e dell’opposizione al regime di Erdogan sia in Turchia che a livello internazionale.
In Turchia, da ormai 97 giorni, la parlamentare del principale partito di opposizione HDP Leyla Guven è in sciopero della fame senza termine per chiedere la fine dell’isolamento del presidente del PKK Abdullah Ocalan, arrestato 20 anni fa dai servizi segreti turchi al termine di una lunga vicenda che lo aveva portato nel nostro paese per richiedere asilo politico, misura beffardamente riconosciutagli solo quando ormai era già ostaggio dello Stato turco.
L’esempio della Guven è stato raccolto da diversi parlamentari e da numerosi politici sia in Europa che in Canada ma, soprattutto da 297 detenute e detenuti politici kurdi, mentre fuori dalle carceri turche, tutta l’opposizione al regime si è mobilitata per denunciare il clima di violenza e di repressione contro qualsiasi forma di dissenso verso le politiche del partito di governo AKP e dei suoi alleati, gli ex lupi grigi di dichiarata matrice fascista del MHP.
Nonostante un breve incontro fra Ocalan ed il fratello, avvenuto dopo due anni e mezzo di isolamento totale, e nonostante il rilascio di Leyla Guven, chiesto espressamente alla Turchia da una risoluzione del Consiglio d’Europa, né Leyla, né gli altri prigionieri hanno ritenuto fossero stati raggiunti gli obiettivi minimi della loro lotta: la possibilità per Ocalan di incontrare i suoi avvocati e rilasciare dichiarazioni e la attenuazione del regime di carcere duro e di isolamento cui sono sottoposti le migliaia di detenuti politici nelle carceri turche.
In Turchia, infatti, la situazione è gravissima e quel poco che rimaneva dello stato di diritto è stato smantellato: nel 2002, quando il partito di Erdogan prese il potere, il numero totale di detenuti nelle carceri turche era di 59.429; a fine 2017 il numero totale è salito a 228.993 e nel corso del 2018 gli arresti sono proseguiti ininterrotti, colpendo non solo i rappresentanti dei partiti dell’opposizione kurda, ma anche un numero enorme di dipendenti pubblici, artisti, giornalisti, intellettuali ed accademici colpevoli di aver criticato le politiche di Erdogan o di aver sottoscritto un appello per la ripresa del dialogo di pace con i kurdi e la fine del conflitto che da oltre 40 anni vede contrapposti lo Stato turco ed il Pkk nel sudest del paese. Un appello che pare destinato a cadere nel vuoto con la manifesta volontà di Erdogan di intensificare il conflitto, anche in vista delle elezioni amministrative del prossimo 31 marzo.
Tutto questo mentre oltre confine la Turchia, membro della Nato e strategico partner economico dell’area UE, utilizza il conflitto siriano per accrescere il proprio ruolo di potenza regionale, minacciando una nuova invasione nel nord della Siria e porre così fine all’esperienza kurda di autogoverno nel Rojava, da sempre in prima linea contro il fondamentalismo islamico. L’obiettivo della Turchia è infatti di disinnescare il pericolo derivante dalla diffusione del “confederalismo democratico”, il progetto politico ispirato da Abdullah Ocalan capace di andare oltre il nazionalismo e porre la lotta di liberazione del popolo curdo in un contesto più ampio, formato dalle aspirazioni democratiche di tutti i popoli del Medio Oriente e dall’affermazione di temi di
carattere universale come la convivenza fra popoli, l’emancipazione della donna e la salvaguardia dell’ambiente.
Non è un caso dunque che anche l’Europa e l’Italia si interessino a quanto avviene in un’area a noi così vicina. Purtroppo però, una volta attenuatasi la minaccia del fondamentalismo islamico, che aveva portato i nostri governi a sostenere la resistenza kurda durante la liberazione di Kobane e Raqqa, sempre più spesso negli ultimi tempi chi si organizza per portare solidarietà e sostenere attivamente il loro progetto di liberazione, viene messo sotto inchiesta e addirittura considerato socialmente pericoloso. Come già verificatosi in Sardegna e più di recente a Torino nei confronti di 5 compagni rientrati dal Rojava per i quali la procura di Torino ha chiesto misure di sorveglianza speciale.
Il Consiglio comunale di Firenze ha approvato diverse risoluzioni in sostegno del popolo kurdo deliberando nel 2016 per la stipula di un patto di amicizia con la città di Kobane, nel corso del 2018 per la condanna dell'attacco della Turchia ad Afrin ed al Rojava e per la Richiesta di scarcerazione di Abdullah Ocalan, mentre è in corso di approvazione la Risoluzione per lo "Sciopero della fame per il rispetto dei diritti umani e il diritto alla pace e all'autodeterminazione del popolo kurdo".
Per dare voce alla richiesta di pace e di libertà di Leyla Guven e di tutti i kurdi in sciopero della fame per la fine dell’isolamento di Abdullah Ocalan;
Per sostenere la resistenza del Rojava di fronte alle nuove minacce di intervento militare della Turchia;
Per ribadire l’importanza della solidarietà internazionale;
Invitiamo tutti a partecipare al CORTEO NAZIONALE che si terrà a Roma Sabato 16 febbraio alle ore 14.00, promosso dalla Comunità kurda in Italia e dalla rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo".
Da Firenze partenza in PULMAN alle ore 9.00 in Viale Guidoni – per info e prenotazioni 348 7219228
Comunità kurda Toscana - Coordinamento Toscano per il Kurdistan