“Quel dialogo rifiutato in occasione del varo del Regolamento Urbanistico nel 2015 prima e nella adozione della variante poi”
“Il vuoto urbanistico causato da una scarsa considerazione per la tutela dei beni architettonici e omessa classificazione puntuale degli edifici di pregio, hanno aperto la strada alle speculazioni che hanno spinto chi come Italia Nostra ha agito per la tutela del bene comune ereditato dai geni del passato.
Il patrimonio architettonico cittadino è pubblico! Lo abbiamo custodito e conservato per secoli, i fondi immobiliari speculatori stranieri vadano a lucrare altrove!
Questa – proseguono i consiglieri del Movimento 5 stelle in Comune Roberto De Blasi e Lorenzo Masi – deve essere la strategia di un’amministrazione attenta alla tutela del patrimonio che gli è stato assegnato per la sola durata del mandato.
Ed invece eccoci qua: l’attività urbanistica locale gestita dalla magistratura anziché da esperti del settore quali Ordini professionali di categoria, Università, associazioni culturali, ecc.. tutti soggetti estranei ed evidentemente trascurati in occasione del varo del RU nel 2015 e successivamente nella adozione dell'ultima variante.
Le ultime amministrazioni si sono distinte per l’assoluta assenza di un’idea di città, di spazio, di luogo: fin dalla realizzazione della prima linea tramviaria causando la perdita della piazza Vittorio Veneto e compromesso l’unica via di accesso alle Cascine, fino ai giorni nostri con l’evidente disastro in piazza della Stazione.
Unica soluzione per salvare l’intero indotto – proseguono De Blasi e Masi – la strada del dialogo al fine di convincere Italia Nostra a ritirare il ricorso al Consiglio di Stato.
Il M5S dice ben venga il dialogo, finalmente, ma facciamo presto!
Noi non siamo preoccupati per i danni subiti dai magnati speculatori edilizi, noi siamo dalla parte dei piccoli proprietari che hanno un cantiere aperto per il quale hanno versato oneri, occupazioni di suolo pubblico, che hanno contratto mutui per ristrutturarsi la casa, o che magari dimorano in quell’immobile oggetto di ristrutturazione la cui attività è sospesa almeno fino al prossimo 9 Ottobre.
Noi siamo dalla parte dei lavoratori e dei fornitori coinvolti in questo disastro, l’amministrazione non deve aggravare una situazione già disperata, non ci deve essere la pretesa della rimessa in pristino dei luoghi perché questo genererebbe ulteriori danni per chi evidentemente ha già subito abbastanza.
Noi chiediamo che l’ordine di rimessa in pristino sia rivolto a quei soggetti committenti che evidentemente hanno stravolto e danneggiato gli immobili, sottoposti a vincolo di tutela o comunque di particolare pregio architettonico.
L’attività edilizia in città – concludono gli esponenti del Movimento 5 Stelle de Blasi e Masi – deve ripartire assolutamente laddove non ci sia il rischio di danneggiare il patrimonio artistico ed architettonico esistente e in questa strategia noi crediamo che Firenze abbia il supporto di illustrissimi professionisti privi di qualsiasi conflitto di interesse e con l’attenzione rivolta al bene per la città, soggetti in grado di tracciare le linee guida per normare un’attività fondamentale per l’economia cittadina”. (s.spa.)