“Comune, Regione e istituzioni carcerarie si attivino per risolvere la situazione”
“Ogni estate per il carcere di Sollicciano è un problema. Un anno dopo se possiamo gioire per il funzionamento dei ventilatori, che lo scorso anno furono donati e che non potevano funzionare per le difficoltà connesse al sistema elettrico della struttura, quest'anno una nuova, e forse ancor peggiore, situazione coinvolge tutte e tutti i detenuti, di ogni sezione: i passeggi, dove alcune ore al giorno potevano uscire, sono stati repentinamente chiusi dopo il crollo in un solo cortile del muro” afferma il Capogruppo di Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi. “Grave la situazione che perdura da qualche settimana, e obbliga a rimanere in cella senza poter uscire”.
“Si tratta di condizioni inaccettabili in un carcere che possa definirsi dignitoso. Non si comprende come mai, ben consapevoli delle temperature a cui le celle, piccole e sovraffollate, possono arrivare a toccare si sia voluto chiudere tutti i passeggi in via precauzionale. Impossibile non supporre – prosegue Grassi – che la permanenza al chiuso di uomini e donne possa avere anche ripercussioni negative sul clima dei rapporti sia di chi è detenuto che verso il personale che ci lavora, sia che questo sia della polizia penitenziaria, che sanitario o educativo. Si tratta quindi di una vera emergenza che non va in alcun modo sottovalutata dalle autorità”.
“Chiediamo quindi a Comune, Regione e istituzioni carcerarie – aggiunge Grassi – di attivarsi immediatamente per risolvere la situazione che stanno vivendo uomini e donne, recluse per i loro reati, ma a cui è riconosciuto il diritto di quattro ore al giorno poter uscire. Al Comune ricordiamo che il carcere è parte del nostro territorio e come tale chi vi è recluso ha diritto all'attenzione dell'amministrazione comunale in questi momenti. Non è certo nuovo il problema strutturale al carcere di Sollicciano, ma non può neppure essere la scusa per paura di non saper gestire adeguatamente la sorveglianza, che già deve subire una drastica riduzione rispetto all'organico e il cui personale – conclude Grassi – risulta minore nel periodo estivo, per sottrarre un diritto ai detenuti e obbligarli a rimanere nei pochi metri quadrati a disposizione nelle celle con questo caldo torrido”. (s.spa.)