Cellai e Draghi: “Nuova censura dei manifesti Pro Vita, stavolta comunicata con una semplice e mail senza un nome o un cognome”

“La misura è colma, qui si attacca l’agibilità politica di un pensiero, qualcuno deve assumersene la responsabilità. Porteremo la vicenda in Parlamento”

“Ci risiamo. Ancora una volta il Comune di Firenze vieta al movimento Pro Vita di affiggere dei manifesti che invitano a riflettere sul tema dell’aborto. La volta scorsa come Fratelli d’Italia avevamo chiesto le dimissioni dell’assessore Albanese, scoprendo poi che era stata una telefonata da un ufficio di Palazzo Vecchio a fermare l’affissione. Stavolta è bastato ancora meno al Comune: una e-mail dell’ufficio affissioni di SaS (partecipata al 100% dal Comune stesso) che citando un articolo di legge, il 23 comma 4-bis del Codice della Strada, dà il diniego. Come se il tema dell’aborto potesse rientrare nella fattispecie dell’articolo, che parla di messaggi sessisti, violenti, lesivi della libertà altrui o discriminatori.
Qui ad essere discriminatorio è proprio il Comune di Firenze, che nega l’agibilità politica ad un pensiero.

La misura è colma. Questa sistematica censura di chiunque non aderisca al pensiero del PD e della sinistra è inaccettabile e chiederemo ai nostri deputati di affrontare la questione in Parlamento. Ci auguriamo che sia promossa un’iniziativa parlamentare per fermare questo scempio.

Al movimento Pro Vita & Famiglia va tutta la nostra solidarietà, anche per l’azione legale che hanno giustamente annunciato.

Da parte nostra chiederemo conto in Consiglio comunale, un’altra volta, di chi sia la responsabilità. Perché abbiamo un sindaco molto bravo a parlare di tanti temi, in radio, in tv, dappertutto, ma mai l’abbiamo sentito pronunciare una parola su queste vicende”.

Lo dichiarano il consigliere comunale e coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia Jacopo Cellai insieme al capogruppo Alessandro Draghi

(fdr)

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