"Ristoranti e bar finalmente possono vendere pietanze da portar via, ma restano svantaggi rispetto ad alimentari e supermarket, perché?"
Questo l'intervento del capogruppo di Forza Italia Jacopo Cellai
"Fino ad oggi, grazie alle lungimiranti scelte del Governo nazionale, l’asporto, cioè la possibilità del cliente di comprarsi una pietanza già preparata in un locale di produzione e di vendita da consumare in altro luogo, è stato vietato agli esercizi di somministrazione di alimenti e alle attività artigiane del settore. Nessuno ci ha spiegato bene perché questo divieto valesse per i ristoranti, bar, paninoteche etc. e non per le gastronomie e reparti analoghi della piccola e soprattutto grande distribuzione. Dovevano valere le stesse regole per tutti e invece molti sono stati esclusi. Da oggi non è più così: era l’ora. Non per salvare i ristoranti, magari, perché per aiutare davvero ristoranti & co. servono innanzitutto interventi su affitti, utenze e dipendenti. Ma le regole sull’asporto sono una questione di concorrenza leale. E non è una questione banale. E in questo senso la Toscana ha fatto bene, finalmente, a fronte dell’inerzia del Governo. Peccato che l’ordinanza della Regione ponga come condizione la “previa ordinazione on Line o telefonica” del cliente. Perché creare ancora una volta disparità di condizioni? Se una persona va a comprare il pollo arrosto alla Coop mica lo prenota, mi pare. In Campania l’asporto è consentito in modo ordinario, starà al gestore del locale vigilare sul rispetto delle distanze tra i clienti che vengono al locale, che in Toscana tra l’altro è di 1,80 metri.
Stesse regole per tutti. E non complichiamo la già difficile vita di coloro che riescono a riaprire". (fdr)