Coronavirus, Dardano: “Anche industria di armi nel blocco delle attività; riconvertire produzione per i bisogni del SSN”

La capogruppo lista Nardella: “Mi unisco all’appello di tante associazioni pacifiste, di Pax Christi e di Nigrizia”

“Il DPCM del Governo esclude dal blocco delle attività produttive le fabbriche che realizzano sistemi d'arma. Mi unisco agli appelli lanciati da tante associazioni pacifiste, da Azione NonViolenta, da Nigrizia, da Pax Christi, dalla Rete per la Pace, che chiedono di ripensare questa decisione. Viviamo una fase drammatica e complessa per il Paese, tutti siamo alle prese con le misure di restrizione necessarie per il contenimento del Coronavirus, moltissime aziende hanno fatto e stanno facendo immensi sacrifici, tanti lavoratori sono costantemente in prima linea, a partire dagli operatori sanitari, svolgendo un servizio fondamentale con impegno e abnegazione. Rivedere l’elenco dei settori produttivi inseriti nell’ultimo DPCM e inserire anche l’industria bellica nel blocco, con la sola eccezione di quegli stabilimenti in grado di riconvertire la loro produzione in macchinari e forniture necessarie ai bisogni del Servizio sanitario nazionale: questo l’obiettivo che mi sento di condividere e rilanciare. Non si tratta certo di mettere in discussione il funzionamento operativo del settore della Difesa ma piuttosto di rivedere la decisione di tenere aperte, con tutto quello che ne consegue in termini di rischio per i lavoratori, fabbriche che producono armi, in un frangente così delicato: forse non parliamo di un bene essenziale e strategico in questo momento drammatico, come invece lo sono tutti quei dispositivi di cui i nostri medici e infermieri hanno bisogno. Già alcune industrie del settore stanno lavorando per riconvertire le filiere andando incontro alle esigenze più urgenti della nostra sanità. Ora è questa la strada da percorrere”.

 

Così Mimma Dardano, capogruppo lista Nardella a Palazzo Vecchio.

 

(sa. ca.)

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