Progetto realizzato tra Ausl e Società della Salute di Firenze in collaborazione con la Consulta dei disabili
Persone con disabilità motoria, assistite in famiglia ma stabili dal punto di vista clinico con l’unico genitore ricoverato per Covid-19 e quindi, in quanto contatto stretto, con necessità di rimanere in quarantena. Per loro perché non rimangano sole, è pensato il servizio di accoglienza presso Villa Il Sorriso ovvero il Centro residenziale di riabilitazione intensiva per pazienti con sclerosi multipla e lesioni midollari nel presidio San Felice a Ema della Ausl Toscana centro. La struttura in questi giorni di emergenza sanitaria ha sospeso l’attività di residenzialità. La proposta è arrivata dalla Società della Salute di Firenze che è stata a sua volta sollecitata dalla Consulta comunale degli invalidi ed handicappati. Contattato il Centro San Felice a Ema, la proposta della Società della Salute di Firenze è stata subito accolta dalla direttrice Antonietta Marseglia, e si è concretizzata in un servizio che sarà attivo già dai prossimi giorni.
“E’ una fra le iniziative promosse dall’Azienda sanitaria in collaborazione con la Società della Salute di Firenze - dichiara Rossella Boldrini, direttore dei Servizi Sociali della Ausl Toscana centro - per dare risposta concreta ai bisogni delle persone fragili in questo momento di particolare criticità”.
“È un progetto pensato per i ragazzi disabili affinchè non restino soli - afferma l’assessore a Welfare e Sanità del Comune e presidente della Società della Salute Andrea Vannucci - Tutto è partito da una richiesta della Consulta dei disabili cittadina. Il progetto è stato realizzato attraverso il sostegno dell'Ausl Toscana Centro e della Società della Salute. Grazie a Villa Il Sorriso i disabili che hanno i genitori malati di Coronavirus possono trascorrere il periodo di quarantena in un luogo sicuro e adeguato alle loro esigenze, dove non saranno soli”.
A Villa Il Sorriso sono disponibili 5 camere singole che potrebbero diventare luogo di accoglienza fino a 10 persone con disabilità motoria. Se necessario, le camere potranno accogliere anche due persone. Il servizio sarà garantito da operatori sanitari Oss che svolgono normalmente assistenza a pazienti per la riabilitazione. “Occorre solo una funzione di sorveglianza - spiega la direttrice Antonietta Marseglia - perché le persone che andiamo ad accogliere, non hanno bisogno di assistenza infermieristica continuativa e medica. Resta naturalmente saldo il rapporto con il medico di famiglia perché si tratta di disabili i cui familiari sono in un percorso di Covid-19, quindi anche chi è ospite qui dovrà essere monitorato”. (fp)