Del Re (Firenze Democratica): “Giornata della memoria: cultura e formazione sono l’unica speranza perché ciò che è avvenuto nei campi di concentramento non accada mai più”

“Grazie ad Aned, Anpi, Istituto storico della Resistenza e comunità ebraica per l’esempio di unità e capacità di dialogo pur talvolta nella divergenza di vedute”

Queste le dichiarazioni della capogruppo Del Re (Firenze Democratica):

“Ringrazio innanzitutto gli studenti e le studentesse che oggi sono venuti in aula a portare la loro testimonianza di ritorno dal viaggio della memoria, che resta e resterà anche per me una delle esperienze più significative e importanti di questi anni da amministratrice. Rivivere i luoghi della Shoa, della deportazione razzista, politica e militare, e poterlo fare insieme a rappresentanti dell’istituto storico della Resistenza e dell’Aned, portano a cambiare il modo in cui leggere il presente e il futuro. Non solo i fatti storici che avvengono nel mondo, ma anche la nostra quotidianità, i rapporti interpersonali, il modo di intendere la politica, l’importanza di impegnarsi nell’associazionismo, nel proprio lavoro, nella propria comunità, seguendo sempre determinati valori come stella polare, e pronti a prendere posizione ogni qualvolta un diritto, una libertà di un uomo o di una donna viene compressa in nome della legge del più forte.


È, dunque, sempre più importante sostenere la possibilità per i ragazzi delle nostre scuole di poter vivere questa esperienza, anche perché i testimoni diretti di quei tempi stanno venendo meno, e diventa quindi necessario agevolare la conoscenza diretta dei luoghi in cui furono uccisi miglioni di ebrei, sinti, rom, dissidenti politici, disabili, gay nei modi più barbari e disumani possibili, odorando e toccando ancora con mano quei luoghi di morte e annientamento della dignità umana. Pare impossibile che questo orrore sia avvenuto solo 80 anni fa nel nostro territorio. E non dobbiamo pensare, con estrema leggerezza, che ciò non possa avvenire ancora, e che l’impedirlo non dipenda anche da noi. 

Le foto della deportazione di immigrati irregolari diramate nei giorni scorsi dalla Casa Bianca ne sono l’esempio più eclatante, ma anche restando più vicini a noi, ci troviamo in questi tempi sempre più spesso di fronte al venire meno delle libertà fondamentali ogni qualvolta si colpevolizza chi la pensa diversamente, ogni qualvolta non si accetta chi è diverso da noi, ogni qualvolta si resta in silenzio di fronte a dei soprusi o delle ingiustizie per paura o per convenienza, anteponendo il proprio interesse individuale al bene comune.

L’intolleranza, l’indifferenza, la mancanza di rispetto e di dialogo continuano ad essere purtroppo mali che riguardano anche i nostri tempi, forse perché riguardano l’essere umano in quanto tale e quindi sono inestirpabili. Per fortuna, però, non riescono a contagiare ogni essere umano. E questa minoranza di uomini e donne libere e coraggiose - perché purtroppo di una minoranza si tratta - è ciò che può e deve darci speranza, insieme alla consapevolezza che la memoria, la cultura e la formazione possano avere un ruolo determinante per la crescita di ogni persona. 

Giornate come questa, infatti, rischiano di diventare solo giornate dense di retorica e non di vera memoria se non riusciamo ad imparare, attualizzandole, le lezioni della storia e a metterle in pratica nella nostra vita quotidiana. 

Grazie, allora, all’Istituto storico della Resistenza, all’Aned e all’Anpi per il lavoro che hanno fatto in tutti questi anni per cercare di dotare la nostra comunità degli strumenti e dei valori necessari per tutelare i diritti e le libertà di tutti, e per averci dato dimostrazione anche ieri di unità e capacità di dialogo pur nella loro talvolta differenza di vedute. 

In un mondo e in un periodo storico in cui i conflitti stanno uccidendo migliaia di civili inermi, dall’Ucraina a Gaza, era importante distinguere l’aggredito dall’aggressore, e rispondere per non sottacere terribili crimini di guerra che si sono perpetuati e si stanno perpetuando in questi territori. Così come ogni giorno diventa importante tutelare e battersi perché la democrazia non venga svuotata di significato. Anche nelle democrazie nascono regimi autoritari e nuovi fascismi, e ciò avviene in modo ancora più subdolo e con ancora maggior sofferenza per i diritti delle minoranze. Nella serie di Scurati in onda in questi giorni, avrete sentire dire a Mussolini che “il bello della democrazia è che ti dà anche il potere di distruggerla”. Ricordiamocelo sempre, e prima di accusare l’altro accertiamoci se anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto davvero tutto per prendersene cura o se abbiamo preferito “restare e vivere sicuri al caldo delle nostre tiepide case”. (s.spa.)

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