“Firenze e altre città della provincia si accingono a ricordare eventi che ebbero luogo nell’agosto del 1944 sulla strada lunga, sanguinosa e drammatica della liberazione dal nazifascismo.
Ho sentito quindi il dovere di rievocare nel Consiglio comunale di questa città, medaglia d’oro della Resistenza, un evento troppo poco ricordato – ha sottolineato la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – pur rappresentando un simbolo del genocidio da parte dei nazifascisti di oltre mezzo milione di bambine e bambini, donne e uomini rom e sinti (e gli Italiani fascisti furono particolarmente zelanti nell’alimentare il genocidio). Il 2 agosto 1944 tutti i Rom e i Sinti ancora presenti nel campo di Auschwitz Birkenau, quasi 3.000 persone tra cui tantissimi bambini e bambine, furono sterminati e i loro corpi bruciati. Il "campo degli zingari" di Birkenau fu così definitivamente liquidato. A livello internazionale oggi il Porrajmos è riconosciuto come persecuzione e sterminio avvenuto per motivazioni razziali, esattamente come la Shoah ebraica. Ma la consapevolezza di questo genocidio ancora latita, soprattutto in Italia.
Come hanno scritto associazioni rom e sinte italiane in un manifesto che nel 2018 ricordava il significato drammaticamente attuale di quel genocidio.
“Commemorare oggi il 2 agosto significa ricordare, imparare e agire in una nuova situazione di difficoltà. Noi siamo figli e nipoti di quelle persone. Abbiamo imparato sulla nostra pelle che il razzismo non porta un futuro migliore nemmeno per i razzisti, porta solo la ripetizione di una storia atroce e devastante per tutti. Siamo determinati ad agire con tutte le nostre forze contro questa onda nera che ci riporta indietro, non soltanto per proteggere noi e i nostri figli, ma in difesa di tutti i cittadini, in difesa della nostra civiltà e della nostra democrazia”.
Più della metà di rom e sinti nella nostra nazione sono di cittadinanza italiana e di antico insediamento. Il 25 Aprile è arrivato anche grazie a loro. Ad esempio voglio ricordare “I Leoni di Breda Solini”, un battaglione di resistenti che operò nel mantovano e formato unicamente da Sinti italiani, fuggiti dal campo di concentramento di Prignano sul Secchia. Le nuove generazioni ci chiedono con forza di essere riconosciute come appartenenti ad una minoranza etnico linguistica e di essere sostenute a inserirsi nelle comunità in cui vivono. La memoria del Porrajmos significa riconoscere il sacrificio di un popolo d’Europa. I simboli sono importanti nella costruzione dell’identità delle persone, partiamo allora anche dalla memoria del 2 agosto 1944 e del Porrajmos per dare forza ai percorsi d’interazione culturale e di inclusione sociale, abitativa, scolastica e lavorativa. Invito pertanto l’Amministrazione comunale – conclude la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – a continuare a sostenerli con determinazione e a prevedere la commemorazione del Porrajmos in occasione del giorno della memoria”. (s.spa.)