“La grave crisi umanitaria, sociale ed economica determinata dal Covid - 19, ormai è evidente ai più, rischia di esacerbare nazionalismi e chiusure a riccio dei paesi occidentali.
Lo scenario internazionale – ha spiegato in Consiglio comunale la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – continua a proporci eventi drammatici cui non possiamo voltare le spalle, e non lo può fare Firenze, una città che rimane accogliente e che ha fatto della pace e della solidarietà due forti capisaldi della sua identità grazie a personalità come il sindaco La Pira, Alberto l’Abate e alla presenza di tante associazioni e ONG impegnate nella cooperazione e nel volontariato internazionale.
Siria: il Paese è entrato nel suo decimo anno di guerra. Il contagio e le misure stanno producendo ulteriori sofferenze sulle fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare sui bambini. In Siria si continua a combattere, nonostante tutti i media siano comprensibilmente orientati a osservare gli sviluppi della pandemia. Anzi, a volte, quando i media internazionali hanno lo sguardo altrove, chi è abituato ad agire nel peggiore dei modi, si attiva con il favore della distrazione generale” afferma un noto reporter siriano.
Oltre un milione di bambini in Siria già non andavano a scuola a causa della guerra, a questi se ne aggiungono altri due milioni. Forte è il rischio sanitario e alimentare a causa delle difficoltà con cui è possibile distribuire viveri e gli aiuti sanitari. Cinquecentomila persone non hanno già più accesso all’acqua potabile. In Siria la pandemia è anche un grimaldello per produrre ulteriori discriminazioni e violenze contro la popolazione kurda.
Il Covid - 19 – aggiunge la presidente Donata Bianchi – non è stata un’occasione per sospendere le ostilità contro il popolo palestinese, al contrario la disattenzione internazionale ha permesso al governo israeliano di continuare con la strategia delle annessioni. Anche alcuni parlamentari italiani si sono mobilitati chiedendo spiegazioni sul fatto il fatto che il 6 aprile il Primo Ministro israeliano Netanyahu e il leader del partito “Blu e Bianco” Gantz hanno raggiunto un accordo sui piani di annessione della Cisgiordania e, secondo quanto riportato da Haaretz, l'annessione formale sarà concordata entro il 10 luglio da un comitato congiunto USA-Israele. Il nuovo esecutivo prossimo all’insediamento agirà in continuità con il governo uscente che ha chiuso il suo mandato annunciando un progetto per la costruzione di 7mila case nell’insediamento coloniale di Efrat, tra Betlemme ed Hebron, nel sud della Cisgiordania. A firmare il provvedimento per questa colata di cemento è stato il ministro della difesa, egli stesso un colono, Naftali Bennett. Sarà spezzata la continuità dei territori palestinesi sopravvissuti e Gaza controllata da Hamas sarà lasciata al suo destino, isolata dal resto dei Territori palestinesi, con i suoi due milioni di abitanti di fatto affidati alle organizzazioni umanitarie internazionali.
Il 22 aprile la Viceministra agli Affari esteri Marina Sereni ha dichiarato che l’annessione della Cisgiordania e della Valle del Giordano sarebbe “un fatto grave”, anche in questo caso il nostro Comune si è espresso più volte per richiamare l’attenzione sulla tragedia umanitaria che è in corso in quella parte sofferente del Mediterraneo, anche in questo caso la nostra storia ci chiamerebbe a continuare a svolgere una funzione di stimolo autorevole per spingere al dialogo e questo prima dell’annessione stabilita per il 10 luglio.
Infine cosa accade nelle acque del Mediterraneo, mare di morte per decine di migliaia di uomini, donne e bambini, come è stato ricordato sabato, in occasione dell’Iniziativa del Presidente dell’Europarlamento Sassoli per i 70 anni dalla dichiarazione di Robert Schuman, primo passo verso l’integrazione europea.
Lo stop alla navigazione delle navi Alan Kurdi e Aita Mari in fermo amministrativo nel porto di Palermo, dopo alcuni salvataggi effettuati nel Mediterraneo, come è stato detto in occasione dell’evento europeo, non può diventare pretesto per penalizzare o addirittura fermare chi salva vite umane in mare. La società civile europea si è coinvolta direttamente per il soccorso di naufraghi perché il soccorso in mare, così previsto dalle convenzioni internazionali, dalla legge del mare e “da un senso di umanità che non è negoziabile”, è diventato oggetto di attacchi, “quasi una colpa per chi lo fa”.
Dare voce a chi rimane costantemente nei titoli di coda, dare concretezza alla solidarietà racchiusa nei principi fondamentali dei diritti umani, questo – conclude la presidente Donata Bianchi – è un ruolo da svolgere anche per una città poiché ‘La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta’ come ci ricorda dalle pagine del suo diario Anna Frank”. (s.spa.)