Gli esponenti del centrodestra: "Sistemi informatici non sicuri, urge un cambio di passo"
"Un dipendente già sospettato di un reato che infanga la nomea della macchina comunale e di essersi impossessato illegalmente di risorse pubbliche, non doveva essere spostato ad altri due uffici (Quartiere 2 e Direzione sport) dove poi si è occupato sempre di pratiche amministrative". Lo dichiara Alessandro Draghi capogruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Vecchio, che aggiunge: "nel Comune lavorano migliaia di persone oneste e alla segnalazione di alcuni di loro dobbiamo l’avvio delle indagini che hanno portato all’arresto del dipendente disonesto".
"In questo momento però occorre porre rimedio al sistema che ha permesso ad un impiegato qualsiasi di poter distrarre così tanti fondi (si parla di 135mila euro) senza che qualcuno se ne fosse accorto subito. L’amministrazione comunale ha forse un sistema informatico insicuro? Chi si assume adesso la responsabilità di non avere sospeso il dipendente arrestato ma di averlo trasferito in altri due uffici?
Preso atto dell’indagine in corso e della misura precautelare disposta ed applicata al dipendente del Comune di Firenze, mi auguro che il Sindaco manifesti la volontà di costituirsi parte civile in un eventuale processo, per ribadire ancor di più la totale estraneità ai fatti e chiedere il risarcimento dei danni patiti" nota ancora Draghi.
"Serviva una sospensione che non è mai arrivata - afferma Federico Bussolin, Capogruppo e Commissario della Lega Firenze -; questi provvedimenti presi dalle autorità giudiziarie devono indurci ad una seria riflessione sulla sicurezza dei sistemi informatici della macchina amministrativa comunale".
"Circa un anno fa avevamo chiesto provvedimenti su questo caso, adesso ci aspettiamo un cambio di passo anche per tutelare le persone oneste che lavorano nella macchina amministrativa comunale, attendendo - conclude Bussolin - il corso della giustizia".
"Preoccupa la sicurezza dei sistemi – commenta Ubaldo Bocci –, ed anche i controlli all'interno del Comune. Stando ai risultati delle indagini l’indagato ora agli arresti ha fatto i suoi affari tra il 2015 e il 2018. E sono serviti tre anni per capire? Chi lo controllava?". (fdr)