“Il 22 dicembre sono entrate in vigore le sanzioni previste dalla delibera 167 del 2019, senza che la giunta ne abbia data adeguata comunicazione”
“Più di un anno fa furono istituite delle precise aree di divieto di accesso e altre di libera circolazione all'interno del centro storico del Comune di Firenze, rispettivamente, per le seguenti categorie di mezzi:
a) mezzi atipici (inclusa la cd. “navetta turistica”);
b) auto/quadricicli/golf car a trazione elettrica con finalità turistica;
c) velocipedi (c.d. risciò)
La presenza di questi mezzi atipici destinati ai turisti - ricorda Alessandro Draghi, capogruppo Fratelli d’Italia e vice presidente della commissione mobilità -, se escludiamo una lunga parentesi di assenza del fenomeno a causa del covid-19, ha causato spesso dissapori con molte altre categorie: quali i tassisti, ma anche cittadini che non gradiscono esteticamente la presenza di questi mezzi di trasporto.
La delibera di giunta approvata in dicembre ha avuto lo scopo di confermare che trovano applicazione le sanzioni amministrative pecuniarie stabilite dai regolamenti comunali e dai provvedimenti sindacali vigenti posti a tutela del centro storico previste in 400 euro di multa per le infrazioni riportate in seguito:
-accesso e circolazione nelle zone interdette dalla delibera 2019/G/00167, nonché sosta al di fuori delle aree di stazionamento dei mezzi in attesa di prelevare i turisti, rispettivamente ivi previste, delle seguenti categorie di mezzi:
a) mezzi atipici (inclusa la c.d. “navetta turistica”);
b) auto/quadricicli/golf car a trazione elettrica con finalità turistica;
c) velocipedi (c.d. risciò, come rientranti nella più ampia portata della definizione di cui all’art. 50 del d.lgs. 285/1992 - Nuovo codice della strada)”.
“La funzione di questo comunicato è quella di dare l’adeguata pubblicità (che non è stata data dalla giunta al momento dell'approvazione) all’atto, che vieta l'ingresso dei veicoli da via del Proconsolo a via Tornabuoni e da piazza Duomo-via Cerretani (comprese) ai lungarni” conclude Draghi. (fdr)